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Recensioni Satire. Testo latino a fronte

Satire. Testo latino a fronte di Decimo Giunio Giovenale
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Speculatori arricchiti, delatori, matrone dalle voglie insaziabili, scrocconi: questa è la Roma imperiale al massimo della sua potenza, secondo Giovenale (50-135 d.C. ca.). Un ritratto violento, implacabile nello svelare gli aspetti più meschini di una società opulenta e viziosa, la cui aristocratica grandezza era solo un nostalgico ricordo del passato. Trasferitosi a Roma da Aquino in cerca di fortuna come avvocato e retore, Giovenale dovette presto abbandonare i suoi sogni di gloria per accontentarsi di una vita e di una posizione mediocre. Qui si trovò relegato ai margini di quella brillante società che aveva deciso di conquistare e di cui, con l’animo gonfio di amarezza, divenne il cronista spietato con una forza che spesso trascende il mondo storico cui si è ispirata per toccare la realtà senza tempo della natura umana. L’agile introduzione di Luca Canali disegna un profilo di Giovenale e della sua satira. La traduzione in prosa di Ettore Barelli, corredata di note esplicative, rispecchia magistralmente la virulenza dell’originale.

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