Rosa. Magda. Stella. Tre donne, tre generazioni. Camminano nel freddo. Ben presto, dai tanti minimi particolari disseminati nella prima pagina e mezza, capiremo l'ambientazione del romanzo. Le protagoniste marciano nel silenzio verso un triste destino, il campo di concentramento. E tristi presagi affollano la mente di Rosa, madre della piccola Magda, che tiene nascosta nel suo scialle, un po' sudario pronto ad avvolgere un corpo che dichiaratamente e' destinato a non divenire adulto, un po' secondo utero materno, capace di diventare magica fonte di nutrimento e tenere in vita, celandola agli sguardi dei soldati tedeschi, la bambina. Il silenzio domina la prima parte del volume, rotto solamente da poche parole, che come sottolinea la Ozick sembrano sottendere altri e mostruosi significati. E rotto dalle urla della bambina al momento della scomparsa del suo scialle. La prima parte, straziante, capace in otto pagine di rappresentare tutto l'orrore dei campi di concentramento, trova una contrapposizione nella seconda, piu' articolata, in cui ritroviamo, una trentina d'anni dopo, Rosa. La donna, ora trasferitasi in Florida, vive in una sua realta' mentale, in cui la storia le ha riservato un altro destino. Inseguita da chi la storia tenta di analizzarla, in fuga da una realta' che sta mutando trasformandosi in qualcosa che la terrorizza, si riunira' al suo feticcio, quello scialle che aveva cullato la figlia e che e' capace di dare nuova vita alla sua discendenza attraverso il calore, l'odore e i ricordi che emana. Un volume breve, intenso, che non lascia indifferenti. Una cruda e crudele descrizione degli orrori della storia, troppo spesso dimenticati. Un racconto quasi interamente al femminile, capace di suscitare profonde riflessioni nel lettore.
Due racconti: in un campo di concentramento, una madre ebrea cerca di proteggere la figlia neonata; trent'anni dopo, in Florida, la stessa donna ormai anziana e sull'orlo della follia incontra un uomo. Una madre, una figlia, una nipote. Tre figure femminili travolte dalla Storia e dai suoi orrori. Un indumento magico, un feticcio: lo scialle che protegge e nasconde. In pagine sobrie ed essenziali, con pochi, nitidi tratti, Cynthia Ozick cerca di narrare l'inenarrabile: l'esperienza del lager, la sopravvivenza al lager. "Lo scialle" è stato pubblicato per la prima volta da Garzanti nel 1990.
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Anno edizione:2003
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Formato:Tascabile
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VALERIO BRIOZZO 04 settembre 2010
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