Grazia Cherchi rappresentò per trent’anni la cattiva coscienza dell’editoria italiana: attenta, scrupolosa e severa critica letteraria; apprezzatissima consulente di Garzanti e Feltrinelli; editor e consigliera di scrittori emergenti divenuti poi celebri. Firma importante in molti giornali, fu anche autrice di un libro di racconti e di un romanzo. La sua attività si svolgeva sia dietro le quinte, nei colloqui prodighi di consigli con gli autori e nelle indicazioni fornite agli editori, sia più pubblicamente con recensioni accurate e pungenti, stroncature motivate, commenti ai costumi e al malcostume nazionale. Espressione di questa dedizione al lavoro, della competenza di lettrice e del senso etico che animava Grazia Cherchi, sono gli scritti raccolti nell’antologia Scompartimento per lettori e taciturni, curata da Roberto Rossi. Soprattutto dai primi articoli antologizzati si desume la libertà di pensiero, l’autonomia da vincoli e ricatti professionali di Grazia Cherchi: indifferente ai gusti predominanti nel pubblico, alle pressioni pubblicitarie, alle classifiche delle vendite, sbeffeggiava i vicendevoli favori tra recensori, le segnalazioni obbligate, le polemiche concordate, i premi, i salotti, i minuetti televisivi. Un capitolo di particolare interesse in questo libro è poi riservato alle riflessioni dell’autrice “in margine” ad avvenimenti sociali e culturali. Commenti ironici alle mode allora imperanti, al calo della partecipazione e della militanza politica, alla schizofrenia tra decenza in pubblico e indecenza in privato, ai tormenti visivi e uditivi che straziano ambienti interni ed esterni, al turpiloquio esibito, al fariseismo cattolico e laico che accompagna spesso l’addio alla vita. In sintesi, alla mancanza di rispetto per l’altro da sé.
Scompartimento per lettori e taciturni. Articoli, ritratti, interviste
Recensioni e interviste, premi letterari, la vita di tutti i giorni nei libri e i libri dentro la vita di tutti i giorni: "Scompartimento per lettori e taciturni" è questo e molto altro. Grazia Cherchi visse per la letteratura incarnando una voce autorevole e libera, cercando di proporre al pubblico e alle case editrici un nuovo filtro critico. Collaboratrice editoriale e scout - tra le sue scoperte Stefano Benni, Alessandro Baricco e Massimo Carlotto - rifiutò sempre di figurare nelle giurie dei premi letterari, verso i quali non nutriva alcuna fiducia, restando invece un'accesa sostenitrice del giudizio dei lettori. Dai suoi articoli emerge la personalità di una grande donna prima che di una grande giornalista, una lettrice militante con un'unica missione: far scoprire il piacere della lettura a tutti, senza distinzioni.
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Anno edizione:2017
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alida airaghi 09 maggio 2019
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