Le sedi umane abbandonate nel patrimonio di San Pietro
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Il volume si ricollega a quel filone di studi di geografia storica che si sono interessati alle cause della scomparsa di centri abitati e che hanno caratterizzato, con la loro presenza, questa branca delle discipline geografiche fin dagli anni cinquanta.
L'abbandono di sedi abitate, sia civili che monastiche, testimonia l'evoluzione e i cambiamenti che hanno reso precaria la sopravvivenza all'uomo, costringendolo a cercarsi nove sedi.
Il lavoro, diviso in due parti, prende in esame le cause fisiche, politiche ed economiche che hanno interessato in maniera emblematica le zone del Patrimonio di San Pietro (Viterbese e parte della campagna romana), facendo sì che il numero degli abbandoni sia stato particolarmente elevato, non solo rispetto a tutta l'area laziale, ma anche a livello nazionale. La seconda parte fornisce delle schede, riguardanti i singoli casi di diserzione di centri, dal secolo XI fino al XIX. Riappaiono così, vicino alle sedi i cui maestosi ruderi caratterizzano ancora il paesaggio laziale (Monterano, Galeria, Ferento, San Giovenale, Norchia, Castel d'Asso), piccoli abitati ormai completamente dimenticati quali: Palazolo, Colle Casale, Marano, Fratta, Peschio e molti altri.
Il lavoro è corredato da un'appendice statistica tratta per la maggior parte dai registri del sale dello Stato Pontificio.
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Anno edizione:1980
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