The Silence of the Broken Lute

Sarebbe difficile identificare Betti semplicemente come un jazzista: nato nel jazz e in una non meno intensa conoscenza della musica accademica, è andato molto oltre, esprimendo uno stile personalissimo ed elaborando un suono che è sintesi di una molteplicità di linguaggi e di esperienze. Senza indulgere ad altro che a una vena compositiva che si stempera in una tavolozza orchestrale estremamente ricca e originale. Le note di copertina all’interno scritte da Marcello Piras non lasciano dubbi sull’indiscutibile valore del maestro appena fresco di consegna del “Premio alla carriera della Federazione Nazionale de Il Jazz italiano” con la seguente motivazione: “Per aver immaginato, alla guida di una eccellente big band, nuovi percorsi e soluzioni timbriche originali, contribuendo a rinnovare la grande tradizione dell’orchestra jazz con musiche ricche di colori e poesia, lirismo e ricerca”. E come scrive Marcello Piras: “Dino rientra in una categoria oggi rara, ma antica: quella dei “nobili dilettanti”. Coloro che vivono d’altro, non di musica, ma la coltivano per puro amore, senza calcolo, senza bisogno di compromessi…..”