La tana del serpente bianco

Ho commesso un'ingenuita': ho creduto che acquistare l'edizione originale sarebbe stato un affare. Senza fermarmi a pensare che, se un autore torna sulla sua opera, la modifica, la taglia, la riaggiusta, e' perche', probabilmente, ha colto, anche grazie ai suoi lettori, gli spazi di miglioramento. L'opera e' piena di ottimi spunti, trattati con buona penna e buon ritmo (ovviamente per gli amanti del genere), ma presenta a tratti quelle pesantezze che precedono una buona opera di editing. quindi, leggete questo romanzo, se amate il genere, ma preferite l'edizione finale

Non so se sia invecchiato male, o sia colpa del lungo periodo che ho impiegato a finirlo, lasciandolo e riprendendolo a più riprese, o della scelta opinabile della casa editrice di pubblicarlo in versione integrale nonostante i tagli operati - saggiamente - dall'editore britannico già dalla seconda, ma proprio non ci siamo. La storia parte lenta, con una lunga introduzione, poi vira sul fantastico/paranormale, ma con soluzioni assurde, personaggi che prima fanno una cosa e poi il contrario, un finale apocalittico ma che non ha senso; le spiegazioni pseudoscientifiche e di gran lunga superate non aiutano, né la discriminazione di genere e razza. La prosa è prolissa, a tratti contorta e ripetitiva, insomma, anni luce lontana dal capolavoro di Stoker.