La teologia ha a che fare con l'Ineffabile. Oltre che al filosofo, l'ultima espressione del Tractatus di Wittgenstein può, anzi deve, ben riferirsi al teologo: "di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere". La Verità che il sapere della fede indaga esige anzitutto la contemplazione, come insegna la Fides et ratio. In questa ottica ancora una volta al teologo, e non solo al filosofo, si addice il ruolo di "seminatore di solitudine". Il mistero del Dio che si cerca di intelligere resta avvolto in una luce o caligine inaccessibile, custode della sua radicale trascendenza e baluardo contro ogni deriva idolatrica. Ma il Dio di Gesù Cristo, "oggetto" del sapere che il teologo è chiamato a coltivare, vive una tensione comunicativa profonda e costitutiva, e non solo verso l'uomo e il mondo, ma nella sua stessa vita interiore, se così si può dire. Il buio che la conoscenza di questo ineffabile mistero divino produce non è il buio dell´assenza, della lontananza o della mancanza di luce, ma l´essere abbagliati dalla troppa luce, che dal mistero di Dio promana e si diffonde (Pascal).
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Titolo: Teologia e comunicazioneAutore: Giuliodori, LorizioEditore: San PaoloAnno: 2001Più che buone, lievi pieghe sul volume, poche macchie sulla copertina, etichetta sul dorso
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