Il libro si fa apprezzare per la meticolosa ricostruzione della vicenda, l'autore non fa i nomi ma snocciola rigorosamente i fatti. Tra finzione e realtà, personaggi di fantasia e quelli che si celano dietro i soprannomi, alcuni agevolmente individuabili, ciò che è assolutamente verosimile è il contesto in cui si dipanano gli avvenimenti. Sembra di rivedere alcune scene de “Il camorrista” di Giuseppe Tornatore. Il merito di Faenza è quello di muovere una pesante accusa - peraltro documentata - al monolitico sistema di potere democristiano dell’epoca, evidenziare le stridenti contraddizioni e gli indecenti compromessi, nonché l’invereconda resa, senza puntare il dito o strepitare, limitandosi – e non è poco - a descrivere la sequenza di episodi con un linguaggio asciutto, quasi sciasciano, lontano dai deliri giustizialisti e dagli stucchevoli calembour che hanno fagocitato ogni possibilità di analisi. La citazione di Heinrich Boll, tratta dal capolavoro “Opinioni di un clown” («Mi appare come non vero o irreale ciò che ho vissuto realmente») racchiude l’essenza del romanzo, è un garbato dissenso, lontano dall’esasperata volgarità degli indignati di professione. Faenza traccia il solco nel quale è consigliabile muoversi quando si vuole denunciare una stortura o anche qualcosa di scandalosamente inaccettabile. Non c’è bisogno di urlare, sbavare nella telecamera, gonfiare la giugulare o sfigurarsi: ciò che conta è la forza delle argomentazioni.
Il terrorista e il professore
Il rapimento di un assessore regionale. L'intreccio tra malavita, terrorismo e politica. Un boss che detta le regole del gioco. Il ruolo equivoco dei servizi segreti. Una tenera storia d'amore. I dubbi che lacerano chi, in nome di alti ideali, scende a compromessi e sceglie la strada della violenza. Sono alcuni degli ingredienti del romanzo "Il terrorista e il professore" che, traendo ispirazione da fatti veri, assume pieghe del tutto originali. Il set principale dove si svolge l'azione è un carcere di massima sicurezza dove è rinchiuso don Vittorio, meglio conosciuto come il Professore, capo indiscusso della cosca. C'è Napoli, teatro dell'agguato dei terroristi che rapiscono un politico locale, personaggio chiave nella gestione dei fondi per la ricostruzione post terremoto dell'Ottanta. E c'è Milano, città dove prende forma la trattativa segreta tra Stato e camorra per la liberazione dell'ostaggio. Il penitenziario diventa crocevia di esponenti dell'intelligence, affiliati al clan e governanti ambigui. Il boss tesse la trama dei rapporti, fissa condizioni e tempi degli interventi, tiene in pugno e ricatta esponenti istituzionali, stringe amicizia con un sindacalista brigatista che, per amore della sua compagna, si è consegnato alle forze dell'ordine...
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Anno edizione:2014
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GIANLUCA SPERA 09 marzo 2017
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