La Tersicore o vero scherzi, e paradossi poetici sopra la belta' delle donne fra' difetti ancora ammirabili, e vaghe
In 8 (cm 16 x 21,5), pp. 125 + (1) + (2 bianche) con frontespizio inciso all'acquaforte. Cartonatura coeva. Edizione originale di questa raccolta di sonetti di Alessandro Adimari, nato a Firenze nel 1579 e morto nel 1649, dedicati alle descrizione di donne brutte o deformi, secondo lo schema di un genere poetico assai in voga nel Seicento. L'A., seguace di Giovan Battista Marino, scrisse sei raccolte intitolate alle muse ciascuna comprendente 50 sonetti: La Polinnia, La Tersicore, La Clio, La Melpomene, La Calliope e L'Urania. L'incisione al frontespizio e' attribuita a Stefano Della Bella ma - secondo Vesme - a torto (cfr. Giuseppe Boffito, 'Frontespizi incisi nel libro italiano del seicento', 1922, p. 91). "Vera bizzarria da secentista i cinquanta sonetti dell'Adimari lodano la donna o piccola o gobba o zoppa o guercia o sorda o muta o rognosa o calva o cieca; e poi, bella che sempre ride, bella che piange e cosi via... E non c'e' bisogno ch'io dica a quali ingegnosi sforzi deve ricorrere il poeta per trovare ammirabili e vaghe le donne anche piu' ributtanti" (Antonio Belloni, "Storia letteraria d'Italia. Il seicento", p. 83). Piantanida, p. 122.
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In 8 (cm 16 x 21,5), pp. 125 + (1) + (2 bianche) con frontespizio inciso all'acquaforte. Cartonatura coeva. Edizione originale di questa raccolta di sonetti di Alessandro Adimari, nato a Firenze nel 1579 e morto nel 1649, dedicati alle descrizione di donne brutte o deformi, secondo lo schema di un genere poetico assaiin voga nel Seicento. L'A., seguace di Giovan Battista Marino, scrisse sei raccolte intitolate alle muse ciascuna comprendente 50 sonetti: La Polinnia, La Tersicore, La Clio, La Melpomene, La Calliope e L'Urania. L'incisione al frontespizio e' attribuita a Stefano Della Bella ma -secondo Vesme - a torto (cfr. Giuseppe Boffito, 'Frontespizi incisi nel libro italiano del seicento', 1922, p. 91). "Vera bizzarria da secentista i cinquanta sonetti dell'Adimari lodano ladonna o piccola o gobba o zoppa o guercia o sorda o muta o rognosa o calva o cieca; e poi, bella che sempre ride, bella che piange e cosi via... E non c'e' bisogno ch'io dica a quali ingegnosi sforzi deve ricorrere il poeta per trovare ammirabili e vaghe le donne anche piu' ributtanti�" (Antonio Belloni, "Storia letteraria d'Italia. Il seicento", p. 83). Piantanida, p. 122.
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