Virgilio e la sua terra
Nel corso dei secoli, accademici ed intellettuali, innamorati del genio poetico di P. Virgilio Marone, ma incapaci di coglierne la sua più intima umanità, si sono appropriati della sua figura, considerandolo quasi uno di loro, un componente della loro esclusiva ed elevata cerchia. Infine, forse temendo di perderlo, lo hanno collocato su un alto piedistallo e, mentre continuavano ad ammirarlo, lo tenevano, nel contempo, in ostaggio, staccato e distante dal vero mondo al quale egli apparteneva e che il poeta mantovano tanto amava. P. Virgilio Marone, infatti, non era un figlio di Roma bensì della vasta regione che i Romani avevano invaso e sottomesso, chiamandola, poi, provincia della Gallia Cisalpina perché abitata, da sempre, da popolazioni galliche. Il poeta era felicemente nato in quelle terre, nella campagna mantovana, dove, a quel tempo, si respirava ancora una parvenza di libertà. Vi aveva trascorso una serena fanciullezza, apprezzando l'umanità e l'ambiente semplice e genuino che lo circondava e dove il lavoro manuale, al contrario che presso i Romani, veniva apprezzato come un dono degli Dei.
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Anno edizione:2024
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