È acqua di sole

Un pittore a corto di lavoro e ispirazione, che per vivere insegna Storia dell’Arte, osserva e registra sensazioni visive, odorose, tattili tra una Milano granitica e gelida, una Roma rossastra e metafisica, poi un viaggio verso la Terra Promessa di Arezzo, con gli affreschi di Piero della Francesca. Visioni e sensazioni si intrecciano poi con la realtà amara e violenta di una bomba, di trame terroristiche, interrogatori di polizia. Un libro che ho cominciato pensando di lasciarlo a metà strada, poi ti prende e ti afferra, con un linguaggio evocativo, allusivo, eppure sempre concreto e materico, come l’arte concettuale che tanto piace al protagonista. Con omaggi e allusioni a Van Gogh, a Cézanne, a Piero della Francesca, alle città italiane metafisiche e solari, e alla fine, tra un pane affettato e odoroso che ricorda altri pani del passato e il rimpianto per il tempo perduto, a Proust. Carbone, come pochi, e forse attraverso Robbe-Grillet e l’antiromanzo, è davvero riuscito a rielaborare la lezione del grande inseguitore della memoria. Chiuso “è acqua di sole”, si assapora ancora il vagare del protagonista tra colori e persone, il suo guardare le campagne toscane, il suo smarrirsi tra mancati progetti e disillusioni. Un libro che si assapora fortemente, che incanta, che a ogni pagina fa interrogare sul nostro tempo, su noi stessi. Un libro magico, forte, concluso.