In questo romanzo c’è tutta la sensibilità dell’autore nei riguardi del bambino Alfredino Rampi e della sua tragica dipartita, avvenuta nel 1981. Le sue parole richiamano alla nostra mente, con dolcezza struggente, quel bambino che abbiamo conosciuto attraverso una foto in cui è ritratto sorridente in riva al mare, vestito con una maglietta a righe bianche e blu. Un romanzo che ci ricorda come la fine di Alfredino si ripete ogni volta che un bambino perde la vita nello stesso modo.
Alfredino, laggiù
A quarant'anni dalla caduta e dalla morte di Alfredino Rampi, Enrico Ianniello torna con un romanzo intessuto di commozione all'incidente che sconvolse il Paese. Lo seguiamo, sospesi tra la meraviglia e il disincanto, fra la dispendiosa fatica del presente e il misterioso serbatoio del passato.
È fine maggio, Marco e Aurora compiono dieci anni. Durante la loro festa di compleanno, Marco cade su una recinzione procurandosi un taglio profondo alla gamba. «Papà, stai con me», sussurra all'orecchio di Andrea che corre a prenderlo tra le braccia. Poche parole che riportano bruscamente alla memoria di Andrea la vicenda di Alfredino Rampi, caduto in un pozzo a sei anni, nel 1981. A giugno la famiglia si trasferisce in collina, dove l'inquietudine di Andrea cresce: Alfredino diventa un'ossessione che non lo lascia più, il mondo di tutti i giorni gli appare incomprensibile. Finché il calendario segna il 10 giugno, data della caduta. Dopo una giornata difficile, Andrea finalmente va a dormire, spegnendo la luce con un clic. E lo ritroviamo imbragato, pronto per scendere a salvare Alfredino. Laggiù – o lassù che sia, perché le coordinate spaziotemporali non hanno più senso e l'unica guida è la stella Alfecca Meridiana, perfettamente al centro del buco ormai lontano – insieme al bimbo in canottiera a righe ritrova tanti personaggi legati alla propria vita: dal vecchio punk di paese senza un braccio alla giovane organista di cui era stato innamorato, che ora suona con le mani ricoperte di muschio; dal comico ipnotico e malinconico, piantato sul palcoscenico come un albero, alla squadra di calcio dell'oratorio fatta di ragazzini a cui ora crescono profumati gelsomini sotto le ascelle. Alfredino conduce Andrea in un viaggio che si sviluppa tra deserti notturni, sfavillanti centri commerciali desolati, parchi neoclassici ricoperti di neve e stradine di periferia dai profumi mediorientali, attraverso un paese interiore più ricco, brillante e pieno di riflessi della vita vera.
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Anno edizione:2021
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Giovanna 23 maggio 2022PER NON DIMENTICARE
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