Alraune (o Albraune) in tedesco significa mandragola. La leggenda di questa pianta magica risale all’epoca delle Crociate. Si narra che il condannato a morte, appeso nudo al patibolo, nel suo ultimo istante di vita espelle il proprio seme che, fecondando la terra, dà vita alla mandragola, una radice nodosa che ricorda un omuncolo privo di sesso. A mezzanotte, quando lo si dissotterra, l’essere emette urla lancinanti e terribili. La radice è considerata un amuleto portafortuna: arreca ricchezza, fama, fascino, fertilità; ma in un secondo momento anche sofferenze e disgrazie. Hanns Heinz Ewers (1871-1943), autore del romanzo in questione, riprende il mito della mandragola per poi impersonificarlo in un essere senziente di carne e ossa, una femme fatale di nome – non a caso – Alraune. Essa infatti incarna tutte le caratteristiche della magica radice, comprese le peculiarità magiche dispensatrici sia di benefici che di sciagure. Ewers attinge dal macabro in voga nella sua epoca ispirandosi a scrittori quali Arthur Machen e Edgar Allan Poe. Ma nelle pieghe del suo romanzo si nascondono anche rimandi all’alchimia, al mito e al folklore medievale, senza trascurare tutto il corollario che caratterizza il gotico più cupo. Un tale bagaglio culturale unitamente a uno stile moderno, evocativo e scrupoloso rendono Hanns Heinz Ewers un autore da annoverare tra i classici del genere. A ragion veduta l’editore Hypnos lo propone in un’edizione estremamente curata sia dal punto di vista della traduzione che dell’apparato critico, dandoci l’opportunità di riscoprire un’opera senza tempo.
Alraune. La storia di un essere vivente
Erotico fin quasi all’oscenità, immorale come la sua protagonista, sospeso tra l’incanto di una fantasia arcana e spettrale e lo scintillio ipnotico del mondo moderno con il suo cinismo e i suoi meccanismi disumanizzanti, Alraune ci ammicca ancora oggi con le pericolose seduzioni di un capolavoro senza tempo. Alraune. La storia di un essere vivente (1911) ripercorre il concepimento, la nascita e la vita di una creatura artificiale, sulle tracce dei miti dell’Homunculus o del Golem, rinnovandoli però alla luce di una scienza che può produrre miracoli, ma che si ritrova incapace di penetrare davvero a fondo nei segreti insondabili dell’essere. Hanns Heinz Ewers (1871-1943) è stato scrittore, poeta, sceneggiatore. Ricordato soprattutto per il romanzo Alraune e per il racconto “Il ragno”, è stato anche sceneggiatore del capolavoro espressionista Lo studente di Praga. Anarchico, filosemita, sostenitore dei diritti per gli omosessuali, fu anche nazionalista, reazionario, vicino al nazionalsocialismo e anzi autore di opere che ne celebravano la retorica nichilista, in un coacervo di contraddizioni che ne segnarono la vita e l’opera.
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Anno edizione:2017
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Christian Lamberti 28 novembre 2017
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