Lettura breve e piacevole. Io che sono cresciuto in montagna e a cercare funghi ci vado ancora spesso, mi ritrovo in alcune frasi o momenti tanto da sorriderne. I termini (poi delineati nel glossario finale) precisi e locali, quasi dialettali, sono una chicca in più nel rendere questo libro autentico e vero.
Alzarsi presto. Il libro dei funghi (e di mio fratello)
Una guida sentimentale per cercatori di funghi e di ricordi, che ci regala tutto lo stupore della prima volta in cui i cani tornano scodinzolando e in bocca hanno un tartufo.
«Certi funghi che hai trovato, quattro anni fa o quaranta, se chiudi gli occhi li rivedi nel dettaglio. Perché proprio quelli, fra migliaia, non lo sai: ti ritornano in sogno, come divinità di un attimo preciso». Andare a funghi è camminare con uno scopo. E anche questo libro è una camminata, che comincia quand’è ancora buio e finisce quando il buio sta tornando. È la storia di due fratelli che seguono le orme del padre nel bosco, esplorandolo in tutte le stagioni, tra le querce o nelle faggete. È la condivisione di un alfabeto naturale. È insegnare ai cani il segreto del tartufo, e allenarli ad arrivarci senza lasciare traccia. Ecco, i posti esatti non li saprete mai: è l’unica condizione di questo racconto. Ci sono valli da tanto e valli da poco. Quella di Sandro e suo fratello è una valle da poco, almeno secondo loro. Non ha montagne famose né attrazioni turistiche, ma boschi, ombre, angoli umidi e segreti. E poi, sottoterra, tesori preziosissimi. Mentre Pietro esplora quella valle tutti i giorni, passo passo, insieme ai cani (perché lui di tartufi ci vive), Sandro ha deciso di tornarci per un po’, per provare a ritrovarsi cercando. Perché ad andar per funghi qualcosa succede sempre: una pesca miracolosa che entrerà nell’epica familiare, la sorpresa di una fungaia nuova proprio quando ci si era persi d’animo, i silenziosi e lancinanti duelli tra cercatori… Storie strambe, misteriose, intime, nascoste fra le foglie e dietro i massi proprio come i porcini. Nel bosco i due fratelli riscoprono l’intimità dei gesti e dei corpi: ridono, corrono, ritrovano parole dell’infanzia che possono essere dette solo in quell’intrico di sentieri, tronchi e muschi. Parlano di soldi, di lavoro, dei problemi di tutti i giorni come di quelli del mondo. Aspettano il temporale, maledicono la siccità che li spinge a faticare il doppio, si preoccupano di nascondere la jeep per evitare che qualcuno la veda lungo la strada, fanno la guerra ai cinghiali e alla loro astuzia nello scovare le tartufaie, ammutoliscono se vedono passare una cerva poco più in là. In questo libro sussurrato e commovente, Sandro Campani scava tra le radici con profondità e spensieratezza.
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Enrico 09 gennaio 2025Profondo, intimo, malinconico e appassionato
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Marco 09 gennaio 2025
Alzarsi presto è un’intima celebrazione della natura e dei legami familiari. Tra boschi, funghi e memorie condivise, Campani intreccia poesia e malinconia, offrendo un racconto autentico e toccante. Un viaggio dolce e profondo nel cuore delle cose semplici.
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ormos 04 maggio 2024
Sandro Campani ci porta nel suo mondo, e lo fa consegnandoci un diario che racconta la sua terra - le valli dell'appennino modenese e reggiano - alla ricerca di funghi e tartufi insieme al padre e al fratello Pietro, in un rituale che si ripete negli anni. Ci sembra di accompagnarli nei boschi, stando appena un passo dietro, per non disturbare il lavoro esperto di chi conosce il mestiere e sa cosa aspettarsi, nascosto da un masso o un palmo sotto terra. Per questo il libro ha sapori di erba, corteccia, radici, pietre, fango, resina, umido e sudore. L'autore disegna una geografia intima ("ci sono posti a cui sei affezionato, ti chiamano, [...] non riesci a non andarli a visitare, [...] posti che ti attirano in forza di una mitologia che ti sei costruito negli anni"), in una dimensione raccolta e personale ("quando sono nel bosco con mio padre e mio fratello smetto il resto, è tutto fuori, persino dai pensieri"). È una dimensione che avvolge di sensazioni, talvolta con un velo di malinconia: "c'era quell'aria da eterna domenica, col sole che calava ma il tramonto ancora lontano, una luce nei giardini che a guardarla aveva già qualcosa della malinconia che viene". Campani ricorre ad un vocabolario spesso gergale, e ce ne dà conto in un glossario che non a caso è definito sentimentale: così comprendiamo il significato di pastura, colombina e forasacchi, apprendiamo la tecnica del micorizzare e cosa si intenda per fare un liscio. Libro breve ma con una prosa ricca e avvolgente.
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