L' arca di Noè. Bestiario popolare
La nostra cultura procede senza scrupoli alla colonizzazione spietata del mondo animale, producendo quella mentalità che fa ricorso, senza perplessità, alla vivisezione, alla caccia di tipo industriale, alla soppressione degli animali nocivi, degli insetti molesti e di quanto altro si frappone alla marcia dell'uomo verso il progresso e il benessere. Cosa è rimasto dell'universo simbolico che tanta parte ebbe nella cultura medievale? Che resta della grande metafora che rappresentava il mondo animale per gli antichi? L'animale, con la sua misura, si riavvicina all'uomo disintossicato dalla presunzione d'essere unica misura di tutte le cose, come messaggero d'una dimensione diversa da quella della legge scientifica e della convenzione quotidiana. Fuori della storia, della scienza, da ogni altra logica che ha avvilito l'uomo e l'ordine naturale, l'animale, come dicevamo, si ripresenta come il messaggero, se non di un cielo perduto, almeno d'un accordo con il mondo e con la vita, d'una salvezza possibile. Sulla scia degli antichi bestiari, Carlo Lapucci va alla ricerca delle tracce della tradizione popolare e ci propone un catalogo in cui l'animale riemerge quale interlocutore dell'uomo che lo riscopre come compagno nel viaggio della vita.
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Anno edizione:2022
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