Ci vorrebbe Adolfo Wildt per insegnare arte ai nostri giovini artisti scansafatiche... Battute a parte, ci troviamo davanti a un trattatello gustosissimo, scritto "pane e salame", con una bontà didascalica per nulla saccente ma specchio di un animo che davvero voleva comunicare ai giovani allievi i segreti del suo mestiere. Consigli per la lavorazione del marmo, molti dei quali potranno lasciarvi... inorriditi! (uso di materie bizzarre e insolite), inframmezzati da bonarie tirate d'orecchie nei confronti dei giovani scultori che non vogliono applicarsi appieno. Davvero lo specchio di quell'anima semplice e diretta, perché così figlio del popolo, che fu il sommo Wildt.
L' arte del marmo
Nel 1921, mentre tutta l'Europa ridiscute i principi dell'arte moderna e dà vita alla stagione espressiva che sarà chiamata "Ritorno all'ordine", Adolfo Wildt pubblica uno dei testi più significativi del momento: uno scritto sull'arte di lavorare il marmo. Non è un trattato sulla scultura, ma sulla materia: quella materia "viva, sonora e splendida" che aveva amato fin da ragazzo.
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Anno edizione:2002
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Marco Bertagna 18 maggio 2018
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