Ash

Tornare in sala di incisione dopo tanti anni per un disco a proprio nome è sempre una grande emozione, e una grande responsabilità. Per questo ho pensato di coinvolgere degli amici, oltreché grandi musicisti, che mi supportassero in questo viaggio e impreziosissero con la loro esperienza quanto avevo scritto. E non era impresa semplice, perché il materiale di partenza era piuttosto eterogeneo toccando molti dei generi che ho amato nel mio percorso pianistico: c’è ovviamente il jazz, in varie sfaccettature, ma troviamo anche il latin jazz, la musica brasiliana, il funk. Il drumming di Horacio "El Negro Hernandez", così intenso e personale, e l’attenta solidità di Stefano Senni e Andrea Taravelli hanno amalgamato il sound trovando una coerenza espressiva e stilistica che è riuscita a consolidare musicalmente le tracce, come fossero getti di un unico ramo o rami di un medesimo tronco. Da qui il titolo ASH che in inglese non traduce solo “cenere”, ma indica anche il “frassino”, un albero le cui caratteristiche ben si sposano metaforicamente con le intenzioni di questo trio, poiché il suo legno è duro e flessibile, leggero e resistente, e il suo colore chiaro diventa materia che dona luce agli oggetti in cui viene plasmato. E magicamente questa parola diventa anche un acronimo dal momento che il mio nome e cognome, come quelli di Stefano e Horacio iniziano con le stesse lettere: "A S H”. Un gioco di parole che comunque, su altri piani, testimonia come l’unione di più anime che partecipino ad un progetto comune riesca a creare artisticamente un significato nuovo, aggiunto, che arricchisce la semplice somma degli individui. E con la speranza di potervi donare nuovi spunti e trasmettere le emozioni che abbiamo provato nel registrare insieme, vi auguro buon ascolto. «Alessandro Altarocca»