I beni comuni sono spesso evocati quale strumento di lotta nei confronti del mercato e delle libertà individuali. Questo volume mostra invece come una società aperta veda emergere in maniera spontanea proprietà condivise e in questo senso comuni, le quali non sono una negazione della proprietà e dell’ordine giuridico, ma anzi ne rappresentano una possibilità fondamentale. I beni comuni non sono dunque un’alternativa alla proprietà, bensì una forma specifica della proprietà stessa e un’istituzione che, se lasciata crescere, è in grado di erodere quel potere coercitivo che lo Stato continua a esercitare sugli individui e sulle comunità.
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Anno edizione:2020
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In commercio dal:24 febbraio 2020
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