Secondo libro della saga della famiglia Chiusoli tra dopoguerra e anni 80 . La storia familiare si intreccia con la i fatti di quella italiana. Scritto bene con la solita vena ironica non è però alla pari del primo romanzo che ho apprezzato moltissimo.
Boom!
Dopo Di guerra e di noi, Marcello Dòmini rievoca altri vent’anni di storia italiana narrando le vicende della famiglia Chiusoli attraverso il Boom che dà il titolo al romanzo, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, mettendo in risalto l’avventura e le contraddizioni che risiedono in ciascun uomo e in ciascuna famiglia: il fascismo mai processato, l’industria mai diventata davvero cultura, la volontà di costruire un mondo nuovo accompagnata alla nostalgia di quello vecchio. Raccontando la storia, Dòmini ci racconta il presente. Il nostro.
Ricciotti Chiusoli ha fatto la guerra e ne è uscito vivo. Suo fratello Candido è morto mentre collaborava con la Resistenza, i suoi zii hanno dovuto espatriare perché ebrei, il suo migliore amico, il padre che non ha avuto, era il podestà fascista di Bologna, Leandro Arpinati, ed è stato giustiziato. Ma la vita si sconta vivendo e Ricciotti, per il quale la gioia è il sentimento della realtà, venduta l’azienda agricola di famiglia allo zio ebreo rientrato in patria, decide di seguire una vecchia passione per i motori e apre la prima rivendita di Alfa Romeo in Emilia-Romagna. L’uomo è capace, allegro, ha i contatti, e a casa è felice: ha una moglie, tre figli, e il cibo non manca. Così, nei primi anni Cinquanta, la commissionaria Chiusoli diventa il centro di un mondo – il nostro – in piena espansione economica. La modernità e la velocità portano a case comode e palazzi, portano a ferrovie e strade. E dopo aver fatto le strade, ci vogliono le macchine per percorrerle. È allora naturale che, una volta cresciuti, i suoi figli lo affianchino nell’attività di famiglia, mentre l’Italia si appresta a addentrarsi in un nuovo periodo cupo, fatto di attentati e rapimenti: è proprio il terzogenito di Ricciotti, che porta lo stesso nome dello zio partigiano, a venire travolto dai nuovi conflitti che scuotono l’Italia degli anni di piombo, quando il terrorismo fa sentire la propria voce alzando in maniera inesorabile la posta in gioco.
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Anno edizione:2023
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Maria 03 giugno 2025
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Dete2 12 gennaio 2025Capolavoro
Un'opera che dipinge paesaggi interiori complessi e affascinanti.
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Anto_s1977 15 aprile 2024I Chiusoli nell'Italia del secondo dopoguerra
"Boom!" è il secondo romanzo di Marcello Dòmini, che ha come protagonista Ricciotti Chiusoli, personaggio che i lettori hanno imparato a conoscere e ad apprezzare in "Di guerra e di noi". La vicenda continua proprio da dove si era interrotta e racconta altri trent'anni circa di vita familiare, inseriti in un contesto storico e sociale egregiamente rappresentato. La guerra è ormai un ricordo, seppur ancora vivido e doloroso, e Ricciotti deve reinventarsi. Grazie ai buoni contatti nell'azienda dell'Alfa Romeo e al sostegno economico del sempre presente Enzo, l'uomo riesce ad aprire la prima concessionaria a Bologna. L'impresa si rivela fin da subito un successo strepitoso: il mercato delle auto è in piena espansione, siamo in pieno boom economico e a Ricciotti non mancano di certo le doti comunicative e persuasive. Il tenore di vita cresce, ma il nostro protagonista non cambia, rimane l'uomo di sempre: estroverso, intraprendente, a tratti severo e intransigente, ma decisamente ironico e profondamente legato alla famiglia. "Boom!" è al contempo un romanzo storico e una saga familiare, che sa appassionare i lettori con il suo stile accurato, impeccabile e ironico. È un romanzo coinvolgente e commovente, che permette di rivivere i fatti salienti della storia italiana e fa riflettere sull'importanza dei legami familiari e affettivi. Indimenticabili, infine, i personaggi principali, tratteggiati a trecentosessanta gradi e una menzione speciale per le bizzarre figure che fanno da contorno e donano momenti di ilarità, che, spesso, smorzano i toni altamente drammatici di alcuni passaggi. "Insieme. Quella parola bellissima era appena stata sbriciolata in sette lettere senza più un senso. Prese un foglio, lo strappò in sette frammenti e scrisse quelle lettere, una per ogni pezzetto di carta, provando poi, come un gioco sciocco che si fa senza sapere perché, a ricostruirle in una parola che potesse dar loro un nuovo significato.
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