Rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1750, La bottega del caffè è una delle commedie goldoniane più note e rappresentate. La vicenda racconta di Eugenio, un giovane benestante col vizio del gioco, che trascorre le notti nella bisca di Pandolfo, dove perde ingenti somme di denaro. Per onorare i debiti, Eugenio sottrae due orecchini dalla dote della moglie che, però, scopre il furto e minaccia la separazione e le vie legali per difendere i suoi interessi. Tutto sembra procedere verso il disastro – finanziario e familiare – se non che nelle vicinanze della bisca sorge la bottega del caffè di Ridolfo, un ex dipendente del padre di Eugenio, che in memoria del buon trattamento ricevuto aiuta il giovane a liberarsi di Pandolfo e a ritrovare la pace coniugale. La commedia risulta briosa e niente affatto moralistica. Goldoni non condanna il gioco come occasione di svago, ma si serve della bottega del caffè per mostrare personaggi positivi e negativi: Pandolfo, imprenditore truffaldino e senza scrupoli e Ridolfo l’imprenditore che, al contrario, agisce in nome dell’onorabilità e dell’humanitas. Non mancano vivaci figure minori, come il servo Trappola, erede della maschera comica di Arlecchino, la seducente Dorilla, il borioso e ignorante don Marzio.
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Anno edizione:2019
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