Buffera sulla Maiella
Non è molto tempo, quando "stracittà" e "strapaese" dicevano comprensibilmente nella letteratura italiana, taluno osservò che Donatello d'Orazio, stracittadino nei libri, era strapaesano, per così dire, nei colloqui; e un critico, cercando il motivo della differenza, credette di trovarlo nel fatto che lo scrittore, strapaesano come può esserlo un abruzzese, dimorava in una città italiana spinta sulle frontiere di due altre civiltà: la germanica e la slava. Senza dubbio, se egli avesse avuta altra dimora, anni di poi non avrebbe potuto scrivere "Il costruttore di ponti", nel cui giro entrano tre continenti. Ma ecco, a un punto della storia del nostro Paese e della biografia dello scrittore, la primavera del 1945. Come tanti altri, anch'egli va alla deriva; e il "Taccuino", che avvia il presente libro, non ammette dubbi sull'appartenenza dello scrittore a una certa zona dello spirito italiano, quasi diremmo a una certa Italia: un'appartenenza, bisogna aggiungere, sulla quale non influiscono menomamente le vicende, che lo scrittore via via annota.
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Anno edizione:2014
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