La caduta di Baghdad. Venti giorni di jihad in Iraq nel racconto di un ragazzo arabo
Il 20 marzo 2003 gli Stati Uniti attaccano l'Iraq. Shadi, un ragazzo siriano di vent'anni, parte per il jihad, lasciando un testamento e un messaggio scritto su un quaderno: "Meglio martire che vivo e impotente". L'intera tribù è in lutto: dalle missioni suicide i ragazzi non tornano. Fortunatamente, Shadi riuscirà a tornare illeso in Siria e a raccontare la sua storia. Una storia di cui questo libro vuole essere una fedele trascrizione, costruita nella forma di un dialogo a più voci fra il ragazzo e i suoi familiari e in grado di restituire le diverse percezioni degli eventi, quella baathista, quella araba e quella musulmana. Segue un saggio che interpreta il fenomeno degli attentati suicidi in una prospettiva storico-antropologica.
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Anno edizione:2006
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