Thor Vilhjálmsson si ispira ad una saga notissima in patria - parte radicata del folklore islandese - e ne crea un romanzo collaterale: «Cantilena mattutina nell'erba» è la storia di Sturla Sighvatsson che - dopo aver seminato morte e distruzione in lungo e in largo per la sua algida isoletta - si pente dei peccati non solo propri ma anche di quelli paterni e si sobbarca il difficoltoso viaggio che lo condurrà a Roma e ritorno, addirittura al cospetto del Papa, per chiedere perdono. Infine, non avrà fortuna nell'ottenere il dominio dell'Islanda, che sarà annessa alla Norvegia. La forza del romanzo non sta certo nell'uso di un registro composito - in cui spiccano il tratto epico, quello pudico, quasi della reticenza, quello pittoresco delle descrizioni della selvaggia natura islandese - ma pur tuttavia ottimamente amalgamato, né tanto meno nella struttura spesso episodica dei capitoli - talora brevissimi, talora tasselli di varie sottotrame -, quanto piuttosto nelle ricostruzioni storico-culturali fatte dall'autore. Il periodo considerato è l'inizio del XIII secolo e - sarà per amor patrio - su tutte spiccano le vicende ambientate in Italia: dall'incontro con i primi francescani (alcuni dei quali erano stati discepoli di San Francesco stesso, persona e personaggio l'eco delle cui parole era giunto persino a Ultima Thyle), alle descrizioni di Roma, l'«umbilicus mundi», ben definita nell'introduzione come «pittoresca e felliniana», popolata di nani e saltimbanchi, forse già allora sulla via per divenire un popolo di santi, poeti e navigatori. La prima metà circa del romanzo è così culturalmente lontana da noi da risultare a tratti indigesta ma - varcate le Alpi - il coinvolgimento aumenta, per poi scemare nuovamente. Assolutamente illuminante la postfazione relativamente all'interpretazione dell'opera in chiave «moderna» e alla vena artistica e poetica di Vilhjálmsson, un vero affabulatore, un sognatore, con il cuore - si scopre - un po' italiano.
Cantilena mattutina nell'erba
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Ispirato a una delle più note saghe islandesi, la Sturlunga Saga, il romanzo racconta la storia di Sturla, le sue vittorie in battaglia e nel cuore delle donne e i suoi viaggi attraverso l'Europa del Medioevo, dov'è custodita la cultura e si diffonde il rivoluzionario messaggio francescano di amore e povertà. Un pellegrinaggio che lo porta a una Roma pittoresca e felliniana, a chiedere il perdono dei suoi peccati, e a una Parigi dominata dalla Scuola Nera della Sorbona, ai confini tra scienza, alchimia e stregoneria, per ritrovare un antico codice in cui è racchiuso il segreto del sapere. Uomo del Nord al confronto con la cultura europea, Sturla è un eroe moderno aperto a ogni esperienza, un Ulisse cui non è concesso conquistare la sua Itaca.
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Anno edizione:2006
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LuigiAmendola 08 ottobre 2024La «Sturlunga saga», questa sconosciuta!
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