Trama curiosa e originale; il libro all'inizio è caratterizzato da una forte ironia e satira educata verso gli estetismi della religione ebraica e cattolica. Procedendo nel racconto tale ironia viene a scemare, dando spazio anche a dolori nuovi e antichi. Lo stile - a volte scorrevole - ha però necessità di slegarsi da qualche ridondanza.Molto belle la descrizione delle scene corali dei momenti di aggregazione delle famiglie.
Carciofi alla giudia
Rosamaria è una donna piena di risorse. Single impenitente, razionalista, illuminista, ha perseguito con determinazione le sue passioni, ha rifiutato di impiegarsi nell'azienda di famiglia ed è diventata regista teatrale, con tutta la fatica che ciò comporta in tempi di crisi e di tagli alla cultura. Uno dei suoi motti è: "troppa religione fa male, qualunque essa sia". Peccato che poi si sia innamorata di David, di famiglia ebraica tripolina osservante, da cui ora, a quarantadue anni, aspetta il piccolo Arturo. Rosamaria vive tra due fuochi: gli Shabbat e i pasti rigorosamente kasher con la famiglia del compagno e i pranzi domenicali molto romaneschi e tendenzialmente impuri preparati invece da sua madre, che, abituata ai modi spicci e all'autonomia della figlia, mal sopporta di vederla così arrendevole nei confronti del compagno. I Cecchiarelli e i Fellus formano loro malgrado una famiglia allargata chiassosa e impegnativa, nella quale Rosamaria - il neonato in braccio, la sceneggiatura di una nuova commedia in borsa - si muove con grazia e concretezza, senza prendersi mai troppo sul serio, cercando di rendere tutti quanti felici. Sullo sfondo, la crisi economica ormai endemica che qualche anno prima ha portato al fallimento il mobilificio della famiglia Cecchiarelli. Da allora, il fratello maggiore di Rosamaria - forse responsabile del tracollo - ha fatto perdere le sue tracce, ma le ricerche continuano. Da una giornalista di grande esperienza nonché drammaturga brillante, un romanzo straordinario, che, pur conquistando subito con i toni leggeri da commedia, mette in scena con efficacia la complessità, le tensioni e le contraddizioni dell'attualità, attraverso lo sguardo limpido e disincantato di Rosamaria, una protagonista femminile nella quale è un piacere identificarsi: una donna forte, intelligente, ironica, innamorata, capace di apprezzare tutti i piaceri della vita. Elisabetta Fiorito, romana, laurea in inglese e master in giornalismo, è cronista parlamentare per Radio24-Il Sole 24 Ore. Ha svolto il praticantato in Canada, al "Corriere Canadese", ha lavorato all'Ansa, all'"Alto Adige", a Radio Capital. Professionista dal 1996, ha condotto programmi radiofonici come "La Quota Rosa", "Cartellone", "Summertime", "Ma cos'è questa estate". Per Radio24, si occupa anche di teatro ed è stata una delle vincitrici del premio Fersen per la drammaturgia nel 2016 con La vita segreta del re dei cannoni, un ritratto di Friedrich Alfred Von Krupp.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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CLAUDIO ANSELMO 29 novembre 2017
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Elena Farinelli 07 agosto 2017
Un uomo legato ad un senso di appartenenza dovuto alle tradizioni, una donna che rifiuta le tradizioni per non essere legata nè appartenere.
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