Storia poco nota se paragonata ai grandi romanzi di Tolstoj. Devo dire che è un vero peccato dal momento che è un racconto breve ma pieno di significato. Unico editore a proporre questo racconto, edizione ben curata che non può mancare nella libreria di un appassionato dell'autore. Il fatto che le vicende vengano presentate dal punto di vista di un cavallo richiama molto il modo di raccontare di London, che sceglie spesso canidi come protagonisti per dare un punto di vista esterno dalla nostra specie. In ogni caso tutto resta immerso in sentimenti, emozioni, pregiudizi tipicamente umani. Così ritroviamo, trasposto nella società equina, un atteggiamento molto diffuso: giudicare il prossimo dal suo aspetto esteriore ergendosi a giudici e sentendosi in diritto di farsi beffe del malcapitato, cui è indirizzato questo giudizio sommario. Amaramente veritiero e coinvolgente, come sa esserlo sempre Tolstoj.
Cholstomer. Storia di un cavallo
Cholstomer è un purosangue dal passo lungo e corre veloce come il vento, ma il suo manto pezzato è considerato un grave difetto per un cavallo di razza. Per questo motivo, viene venduto a un privato che lo maltratta e lo fa lavorare duramente. Quel mantello pezzato è la sua condanna, e anche i suoi compagni di razza lo sbeffeggiano, quando lui è ormai vecchio e malandato. Finché non inizia a raccontare la sua storia, ogni notte un episodio. E ogni notte guadagna sempre più rispetto. Dai primi innamoramenti fino alla vecchiaia, con l'inevitabile corollario di speranze disattese e sogni infranti, quella di Cholstomer è una storia tenera quanto triste. In questo romanzo breve uscito per la prima volta nel 1886, Tolstoj racconta la vicenda come se egli stesso fosse quel cavallo. E nelle sue parole si rivela la sapienza che ne caratterizza la scrittura, in grado di svelare i vizi e le crudeltà della natura umana.
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Anno edizione:2025
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Simona Degiorgi 06 marzo 2017
“Chlostomer” è il monologo interiore di un cavallo, che descrive in modo oggettivo, le abitudini e le stranezze del mondo degli uomini. Attraverso la visione straniante di un cavallo, Tolstoj scredita alcuni comportamenti umani, rivelandone le assurdità. Ad esempio, per il cavallo è inconcepibile la tendenza degli uomini a stabilire gerarchie a partire da aspetti meramente estetici così come non comprende il concetto di proprietà privata e di felicità che, spesso, per gli uomini si traduce in un semplice desiderio di avere più oggetti possibili (”La felicità per gli uomini è di poter avere più cose, non di poter fare più cose”). Libro interessante per rivalutare e riflettere sul nostro mondo, analizzandolo a partire da un punto di vista completamente diverso, lontano dal convenzionale e spesso falso linguaggio degli uomini.
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