Carino, originale, però avevo aspettative alte, che sono state parzialmente disattese. Interessante lo stile di scrittura, con le mille lunghissime note a margine. La seconda metà è stata noiosa per quanto mi riguarda.
Una cosa divertente che non farò mai più
A un giovane scrittore viene commissionato il reportage di una settimana in crociera extralusso nei Caraibi. Lo scrittore è David Foster Wallace e la permanenza sulla "meganave" si trasforma in un'esilarante cronaca, ma anche in un acido ritratto dell'americano in vacanza, delle sue abitudini ottuse, della sua eleganza pacchiana e - naturalmente - della sua ricerca di un forzato e artificiale relax. La critica pungente, e insieme scanzonata, di questi "cittadini americani adulti e ricchi" è accompagnata da una sferzante ironia e da uno stile pirotecnico e piacevolmente dispersivo che confermano il talento di un autore, come è stato detto, "capace di scrivere veramente di qualsiasi cosa".
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marta 23 giugno 2025Leggerlo è stata una cosa divertente che non farò mai più
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Ely 16 maggio 2025Sull'onda della satira
Questa lettura è stata una piccola folgorazione. Non tanto per il contenuto, quanto per come Wallace racconta. Con il suo tono pacato, arguto e tagliente, riesce a mettere in scena una satira così sottile e intelligente da sembrare quasi inconsapevole – ma non lo è affatto. Il risultato è che ti trovi a sorridere, poi ridere, e poi pensare a ciò che si è appena letto, a quanto la crociera venga denudata e mostrata nel suo essere quasi un’esperienza deumanizzante. Wallace racconta la crociera non per quello che è nelle brochure patinate, ma per quello che è nel suo nucleo più autentico: un’esperienza troppo. Troppo ricca, troppo viziosa, troppo costruita. E proprio in questo "troppo", nel suo essere tutto un eccesso di attenzioni, di cibo, di luci, di finto relax, l'autore smonta con disarmante lucidità il sogno americano del divertimento garantito. Lo fa con lo sguardo lucido e critico di un agorafobico, che non nasconde mai la sua allergia ai luoghi affollati e all’ottimismo prefabbricato delle esperienze collettive. A colpire è il modo in cui denuda lo stereotipo della crociera: mostra come si possa arrivare a sviluppare un senso di colpa per non divertirsi abbastanza, a cercare giustificazioni culturali per un’esperienza che, in fondo, è solo un lusso che sa di plastica. Il personale e i passeggeri diventano, agli occhi del narratore, figure emblematiche di una società che ha smarrito il senso del limite e del contatto umano vero. C’è qualcosa di deumanizzante nella crociera così come viene descritta: nel voler essere perfetta finisce per diventare inquietante. Eppure, Wallace non giudica mai davvero. Osserva. E nel farlo ci regala pagine intelligenti, spietate, ma sempre tremendamente godibili. È una satira di costume, sì, ma è anche uno specchio grottesco della nostra voglia di fuggire da tutto… e soprattutto da noi stessi.
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Michela 19 marzo 2025Divertente!
Il libro è molto divertente! Ironico al punto giusto e molto scorrevole
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