Cose che il buio mi dice

In assoluto uno dei miei libri preferiti. Super consigliato

Carolyn Jess-Cook ci racconta la ricerca di una soluzione alla paura, ai traumi subiti nel corso dell’infanzia e da adulti. Confesso che il libro in sé non mi è piaciuto molto, l’ho trovato un po’ noioso, ma la storia che racconta è molto bella. Perché è la storia di due persone, Anya e Alex, che trovano il modo per superare fasi della loro vita che le hanno segnate profondamente, tanto da arrivare a pensare di non avere più nessuna speranza di serenità. Invece, questa serenità è raggiungibile, nonostante la malattia, gli ospedali psichiatrici, la tragedia; certo con grandi difficoltà e anche grazie al supporto degli altri …. eppure, quella casa con quattro camere da letto e un bel giardino prima o poi la troviamo, vero, Alex? Detto questo, devo dire che mi stupisco di come a volte più che il romanzo mi colpiscano i ringraziamenti degli autori; in questo caso, Carolyn Jess-Cook alla fine del libro ci racconta la sua passione per il romanzo di C.S. Lewis “Le lettere di Berlicche”, che ha voluto in qualche modo fare suo, attraverso al figura di Ruen. È sempre bello quando autori contemporanei trovano le loro radici letterarie in autori classici e in testi così particolari. Cosa ho imparato: che oltre alla morte e alla devastazione fisica, i tre decenni dei "Troubles" nordirlandesi hanno lasciato strascichi profondi anche nelle menti delle persone presenti e delle generazioni successive… e, sinceramente, non mi ero mai soffermata a pensarci … La mia frase preferita: Credo che le risposte vere le avrai solo fra molto, molto tempo. Certe volte una risposta non arriva tutta insieme. Certe volte ha così tanti strati che ci vuole un bel po’ di tempo per spiegare cosa significa.