Agghiacciante. Raccapricciante. Sconvolgente. Le emozioni che la lettura di questo libro mi ha lasciato a distanza di mesi le sento ancora addosso e non mi hanno più abbandonata. Sono le stesse sensazioni incancellabili che mi ha procurato il libro di Christiane F., "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" che lessi quando ero adolescente e che non ho più dimenticato. L' emozione più forte - parlo del libro della Vinci - è stata la paura, l'orrore e, infine, la disperazione. Sebbene l'autrice è bravissima con le parole non sconfinando mai nell'eccesso anche quando si tratta di descrivere con dovizia di particolari certe scene, le immagini che prendono forma attraverso la narrazione e la scelta sitilistica dei periodi diventano comunque forti, potenti, suggestive... E' come scivolare in un film horror, vorresti smettere di guardare ma ne sei comunque attratto, sperare che finisca presto - sì, come è già stato scritto nella precedente recensione, sperare che si volga in un finale più positivo, di redenzione - ma già sai che, invece, non finirà bene. Come spesso succede nella realtà, sei il solito e abituale spettatore di una tragedia che si consuma e non fai (o non puoi o non vuoi) fare nulla per fermarla.
Dei bambini non si sa niente
L'esordio, di straordinaria maturità, di una scrittrice che, riallacciandosi a Marguerite Duras e Ian McEwan, sa raccontare l'universo dei bambini e quasi adolescenti tra innocenza e corruzione, tra giochi odori cose familiari e certezze spensierate di una volta.
«A leggere la Vinci mi è venuta voglia di ripassare di là. Chissà cosa sono diventati, Budrio e Medicina…» - Cesare Garboli, la Repubblica
«Simona Vinci vuole immergerci in una zona oscura, un bordo dimenticato e sepolto, e tuttavia profondamente incardinato nella coscienza di ciascuno» - Stefano Giovanardi, L'Espresso
«Questo libro non si fa dimenticare, e non per l'eccesso della vicenda, ma per la sua – non sorprenda la parola – fatalità» - Rossana Rossanda, il manifesto
Una bambina di dieci anni canta, in grembiule azzurro e anfibi rossi, davanti a un mare di grano. È Martina, che non fa domande, che cerca di capire con gli occhi. E attraverso il suo sguardo, che vede il mondo con lo stupore assorto, un po' imbambolato, dei grandi saggi, il lettore entra nel racconto perfetto di un mistero. Alla fine dell'anno scolastico, nel tempo breve e infinito di un'estate, tra i campi gialli e verdi di Granarolo dell'Emilia, lontano dallo sguardo degli adulti, un gruppo di bambini si esercita in giochi proibiti sempre piú estremi. Buono e cattivo, gioia dolore e schifo, e anche l'orrore, ci sono, semplicemente. Attraverso il punto di vista di Martina, Matteo, Luca e Mirko, il ragazzo piú grande, quindici anni, il capo del gruppo. L'esordio, di straordinaria maturità, di una scrittrice che, riallacciandosi a Marguerite Duras e Ian McEwan, sa raccontare l'universo dei bambini e quasi adolescenti tra innocenza e corruzione, tra giochi odori cose familiari e certezze spensierate di una volta, il rock acido dei Soundgarden e la scoperta del sesso, del corpo, e di come sia inevitabile e spaventoso crescere.
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Autore:
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Charlie Brown 31 agosto 2022
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Sabrina Ferrari 14 novembre 2018
Ho amato lo stile della Vinci in tutto e per tutto nel suo "La prima verità". Con questo libro, che ho cercato tanto e per cui ho dovuto attendere la ristampa, mi coglie di sorpresa. Lo stile è lo stesso ma colpisce dritto in faccia come un pugno. Poi con un calcio ti sconquassa lo stomaco e arriva dritto fino agli occhi. Le immagini che questo libro evoca sono atroci ed indimenticabili. La Vinci lo fa con attenzione senza mai sconfinare oltre quello che la nostra coscienza si aspetta. Ci ricorda un mondo che avevamo sotterrato nei nostri abissi. Una storia feroce di bambini che crescono e diventano grandi pagando a caro prezzo le loro azioni. Scopriamo che il confine tra una bravata e il reato non è poi così difficile da varcare. Quel che sembra un gioco di scoperte, di bambini e adolescenti, si porta presto su una strada malfamata. Un romanzo incredibile. Impossibile smettere di leggerlo, è stato assolutamente necessario arrivare alla fine e sperare in un lieto fine...
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