Delitto con inganno. Le indagini dell'ispettore Santoni

Ci sono libri che non vedi l’ora che finiscono, altri che vorresti non finissero mai. Questo ti tiene incollato alle pagine e vorresti arrivare alla fine, ma nello stesso tempo godertelo. Secondo libro di questo autore che ho letto. Ancora una soddisfazione.

Ho ricevuto questo libro dalla Newton Compton per essere iscritta al Club dei Lettori. In questo quinto capitolo della serie, l’ispettore Santoni deve fare i conti con il suo passato e con la scomparsa del suo primo amore, mai ritrovato. La prima parte del romanzo si concentra sul passato dell’ispettore; mentre la seconda parte, quindici anni dopo, si concentra sulla vita presente del protagonista, sul suo rapporto con le donne e sulla riapertura di quel caso, mai chiuso. La descrizione è molto accurata con dovizia di particolari, soprattutto nella prima parte. Il romanzo è scritto molto bene; il linguaggio è semplice e scorrevole; la storia è intrigante e ben delineata. Consigliato a chi piace il genere.

Avendo letto gli altri volumi sull’ispettore Santoni, sciatore perfetto e curioso indagatore, non potevo rinunciare a questo. Per tutta la prima parte, anche se utile per conoscere gli antefatti della vita di Santoni, non riuscivo a raccapezzarmi, e la scrittura del particolareggiato resoconto non mi piaceva. Soprattutto : dove voleva ‘andare a parare’? Sarebbe andato avanti così? Era un prequel? Poi di colpo, il “15 anni dopo”, e l’inizio di una nuova indagine, collegata però agli esordi del caro ispettore. Il rapporto passato –presente rivela altri aspetti della vita e della personalità dell’ispettore, e anche di quella degli altri comprimari, che già conosciamo dai volumi precedenti. Fra i comprimari anche gli animali coinquilini, e qui non voglio dire di più. Informo solo che questa volta la colonia di formiche accanto al caminetto avrà un ruolo di primo piano. E bravo Matteucci! Alla fine sembra anche anticipare un seguito: e leggeremo anche quello. Lo consiglio senz'altro a chi ha letto i precedenti, ma anche a nuovi lettori, per distrarsi da stanchezza e fatiche: vi si può ritrovare quel senso genuino del vivere che quasi solo in montagna si prova, in qualunque ‘Valdiluce’ ognuno di noi sia stato