Desolation Road un romanzo che meriterebbe di essere letto al di fuori dei confini di genere, per le sue qualità letterarie davvero uniche nella produzione fantascientifica. I modelli tirati in ballo in tutte le recensioni non a caso sono Ray Bradbury per l'ambientazione marziana favolistica e Gabriel Garcia Marquez per alcuni aspetti della trama ma soprattutto per il tono da realismo magico. Desolation Road è una sorta di "Macondo marziana", nata per errore lungo una linea ferroviaria, che a poco a poco si popola di personaggi molto diversi, tutti accomunati dall'essere dei reietti o dei fuggitivi. Eppure quando il suo fondatore, il dottor Alimantado, scelse questo nome per designare quell'angolo abbandonato di mondo, aveva in mente le parole Destination Road: e infatti nel corso di 23 anni marziani (circa 40 anni terrestri) Desolation Road diventa il cuore degli eventi del pianeta: tutti i personaggi in un modo o nell'altro sono legati al destino di Marte, tra guerre, nuovi feudalesimi e viaggi nel tempo. Il romanzo è strutturato per brevi capitoli autonomi, quasi dei racconti legati tra loro da personaggi ricorrenti (un po' sulla falsariga dei romanzi di Faulkner o Steinbeck) che pian piano disegnano il grande affresco della nascita e declino di Desolation Road. Quello che più colpisce, insieme alla struttura inconsueta, è la scrittura poetica che privilegia l'anafora, le immagini metaforiche, le date palindrome a scapito della precisione scientifica (su questo Marte di McDonald la scienza è qualcosa che ha a che fare con la religione). Ma la retorica non è fine a se stessa, serve a delineare personaggi indimenticabili come il dottor Alimantado con la sua ossessione per il tempo; la famiglia Mandella, maledetta da una costante scissione tra scienza e misticismo; il fuggiasco Jericho e i suoi Antenati che gli parlano nella testa... Devo a questo romanzo, e alla lodevolissima iniziativa della giovane casa editrice Zona42, il mio riavvicinamento alla fantascienza, genere che mi ha accompagnato nell'adolescenza ma da cui avevo preso un po' le distanze negli ultimi anni.
