Sicuramente Robecchi si impone nella narrativa italiana: mi auguro che continui in questa direzione perchè i risultati sono sicuramente notevoli.
Di rabbia e di vento
Ritorna Carlo Monterossi, il protagonista di Questa non è una canzone d’amore e di Dove sei stanotte. Ritorna la Milano noir, sghemba e sorprendente, di Alessandro Robecchi.
«Un noir veloce e scanzonato, con sua maestà Bob Dylan come ospite d’onore e il grande Scerbanenco come nume tutelare». - Antonio D’Orrico
Carlo Monterossi è di nuovo un uomo solo. La sua donna gli ha detto «Torno», come in una canzone di Bob Dylan, e lui ha afferrato e stretto quella parola neanche fosse l’ultimo ramo sporgente sul fiume prima della cascata. Ma ora è parecchio che sta aggrappato a quel ramo, e il fiume è freddo, e le mani gli fanno male… A peggiorare ancora la situazione lo aspetta una cena mondana con l’amministratore delegato della azienda televisiva che lo rende ricco e infelice. Una cosa per cui molti darebbero un braccio o la figlia adolescente, e che lui scambierebbe volentieri con due mesi di lavori forzati in Uganda. Ma non può sottrarsi. Al ristorante di un albergo con più stelle della via lattea Carlo incontra il capo dei capi e la cena va via senza sussulti. Poi l’arrivo di un sottosegretario segna il termine del convivio, e finalmente Carlo può rimanere da solo. Si merita un drink, va a sedersi al bar, la carta dei whisky ha più pagine dell’Ulisse di Joyce. Lui, fedele, ordina il suo Oban 14. A quel punto una donna si siede accanto a lui. «Posso…?». Inizia così la discesa agli inferi di Carlo Monterossi, che si troverà al centro di una serie di delitti feroci, perfettamente eseguiti. Accanto a lui l’amico Oscar Falcone, una spia, un infiltrato, un segugio, chissà chi è davvero, e Tarcisio Ghezzi, vicesovrintendente della Polizia di Stato e virtuoso dei travestimenti. Ma neanche loro possono davvero aiutarlo, perché questa volta Carlo Monterossi è scosso da una rabbia che non ha mai provato prima. È l’odio che lo ha preso e lui non si spiega perché, ma ci ha pensato. Ed è odio vero.
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Anno edizione:2016
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DANIELA MANOLINO 10 maggio 2021
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Milano. Una escort uccisa malamente, un tesoro “nascosto”, un passato che ritorna senza troppi complimenti. Poi, tre uomini – personaggi già conosciuti e amati nei precedenti romanzi di Robecchi – che cercano di capire la ragione di una morte troppo vicina e pure troppo lontana: Tarcisio Ghezzi, detective sui generis con moglie quasi fantozziana al seguito; Oscar Falcone, spalla fuori dagli schemi, e Carlo Monterossi, creatore di mielosi format televisivi dove Flora De Pisis, stravagante conduttrice, la fa da padrona. Sul fondo appunto, Milano, spazzata da un vento insolito, e la musica di Bob Dylan a far da colonna sonora.
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Nonostante la cruda realtà della storia narrata, lo squallore di certi personaggi e ambienti descritti, la scrittura di Robecchi si distingue per la discreta ironia, per la malinconia che traspare dalle situazioni in cui interagiscono i protagonisti del romanzo, per la lieve nota di speranza che conclude ogni amara riflessione di Carlo Monterossi. Dispiace congedarsi da Carlo e dai suoi amici quali ciascuno di noi desidererebbe: di poche parole, presenti e assenti al momento giusto; ma anche da quelli che non sono propriamente amici il cui ruolo è quello di ricondurre entro i confini della legalità il senso di giustizia di rabbia e di vento del nostro autore.
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