Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani. Seguito dai «Pensieri di un italiano d'oggi» - Giacomo Leopardi,Franco Cordero - copertina
Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani. Seguito dai «Pensieri di un italiano d'oggi» - Giacomo Leopardi,Franco Cordero - copertina
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Letteratura: Italia
Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani. Seguito dai «Pensieri di un italiano d'oggi»
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Descrizione


La posterità è solo presunzione di lontananza, se il quadro antropologico non muta. Centottantasette anni ci separano da quel marzo 1824 in cui Giacomo Leopardi, non ancora ventiseienne, scrisse il "Discorso sopra stato presente dei costumi degl'italiani": poche decine di pagine rimaste sepolte tra le carte e date alle stampe tardivamente, nel 1906. Noi, posteri dei lettori già postumi d'inizio Novecento, siamo presi da vertigine, perché quell'assenza di spirito pubblico che balzava all'occhio impolitico del giovane poeta, e si perpetuava nei primi decenni dell'Italia unita, è la stessa che ipoteca il nostro presente. Più che i vizi antichi d'un popolo in difetto di legame sociale, è infatti il vuoto di costumi - ossia condotte uniformi improntate a un'etica condivisa - il vero oggetto della riflessione di Leopardi. Nel campo lungo dello sguardo leopardiano figura oggi un altro "etnologo" d'eccezione. Franco Cordero, che ancora una volta si conferma diagnosta implacabile della "scostumatezza" italiana e del suo immobile dinamismo, riaprendo il "Discorso" proprio nel momento in cui si aggravano mali collettivi mai sanati. Due diverse prose di pensiero, due tonalità del disincanto rivelano l'intima fratellanza tra chi sa parlare del proprio tempo con la felicità di giudizio d'un classico.

Dettagli

20 gennaio 2011
288 p., Brossura
9788833921860

Conosci l'autore

Foto di Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi

1798, Recanati

Primogenito del conte Monaldo e di Adelaide dei marchesi Antici, crebbe in un ambiente politicamente e culturalmente retrivo, del cui conformismo non tardò a soffrire. Ricevette la sua prima educazione dal padre (il quale coltivava interessi letterari ed eruditi) e da precettori ecclesiastici, ma presto continuò gli studi per conto proprio nella ricca biblioteca paterna, perfezionandosi nella conoscenza del latino e imparando da solo il greco, l’ebraico e alcune lingue moderne. Risalgono a questo periodo (1808-16 ca) le sue versioni di Esiodo, degli Idilli di Mosco, del primo libro dell’Odissea, della Batracomiomachia, e la composizione di rime bernesche, di due tragedie, di poemetti biblici, di dissertazioni filosofiche, di opere erudite come la Storia dell’astronomia...

Foto di Franco Cordero

Franco Cordero

1928, Cuneo

Franco Cordero è stato un giurista, saggista e scrittore italiano. Editorialista pungente de «la Repubblica» (Le strane regole del signor B., 2003, premio Bagutta), è artefice di una raffinata e complessa scrittura che caratterizza sia i romanzi (da Genus, 1969, premio Viareggio, a L’armatura, 2007) sia i saggi (da L’epistola ai Romani, 1972, a Fiabe d’entropia, 2005).

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