Una delle novità di questo mese è stata la nuova collana Novelle Nere della Rizzoli 😄 collana che presenterà i più grandi casi insoluti di cronaca nera italiana. Si parte con Giancarlo De Cataldo e il suo "Dolce Vita, Dolce Morte", direttamente ispirato al "mistero di via Veneto" avvenuto a Roma nel '63. • Marcello è un giornalista che si occupa più di cinema e gossip correlati, che un giorno viene inviato dal direttore del suo giornale a via Veneto, dove un'attrice alle prime armi è stata trovata morta davanti la porta della sua amica, appena fuori dell'ascensore, colpita da più pugnalate. Recatosi sul posto, Marcello si rende contro che l'attrice, Greta, in realtà la conosceva... • Un'indagine avvolta tutt'oggi nel mistero, che nella fiction del romanzo trova modo di raccontare dall'interno le varie ipotesi investigative, i principali (assurdi) accusati, i corsi e ricorsi che si ripetono con il passare degli anni... De Cataldo suggerisce anche una soluzione, e chissà che le cose non stiano davvero così 🤔🤔🤔 • Breve, intrigante, si finisce nell'arco di una giornata: ottimo esordio per questa collana! 😄 vedremo, nel tempo, quali altri autori si saranno cimentati nel raccontare l'Italia attraverso i suoi casi più oscuri 😉
Dolce vita, dolce morte
L'omicidio irrisolto di una ragazza tedesca sconvolge la Roma fascinosa degli anni Sessanta.
1963. Luccicano le luci di Roma al tempo della Dolce Vita. Lampeggiano i flash delle macchine fotografiche tra le mani svelte e nervose dei paparazzi, gli scandali sono l’altro nome della mondanità. Nei caffè si tira tardi, il sogno più bello è quello che si sogna insieme. Sogna anche una ragazza tedesca: ha ventitré anni, si chiama Greta e vuole fare l’attrice. Finché, un giorno di maggio, viene trovata uccisa a coltellate in un palazzo nei dintorni di via Veneto. Sotto la superficie abbagliante della capitale, infatti, si nascondono gli abissi. Lo sa bene Marcello Montecchi, trent’anni, brillante firma di un prestigioso quotidiano romano. Il suo direttore gli ha chiesto di seguire il caso senza sapere che lui, Greta, l’ha conosciuta davvero, durante incontri fugaci al sapore di whisky e sigarette. E, ora, dovrà addentrarsi nel lato segreto e oscuro di quella inafferrabile ragazza. Attraverso una lente narrativa inedita e affascinante, Giancarlo De Cataldo, ispirandosi a un inestricabile cold case che ha segnato i nostri anni Sessanta, ci racconta le ossessioni e i misteri della città eterna.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giuseppe 26 ottobre 2022reinventare la cronaca nera italiana
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MaRIOFREDOO 16 ottobre 2022NOTALGICO NOIR
Interessante iniziativa di Rizzoli che propone la collana “Novelle Nere”. Romanzi di fantasia basati su fatti di cronaca nera. Inizia Giancarlo De Cataldo con questo breve e intricato cold case relativo ad un delitto del 1963 nel contesto della “dolce vita” romana. Una giovane aspirante attrice – Greta – viene uccisa e Marcello Montecchi (trentenne in quella data) – firma di un prestigioso quotidiano romano – viene chiamato a scrivere un pezzo di costume. Marcello non rivela che ha avuto una breve relazione con Greta e si immerge nella ricostruzione degli eventi. Il caso è molto complesso e pieno di contraddizioni e di ipotesi depistanti. Quando tutto sembra risolto ci si accorge che chi ha confessato potrebbe essere un mitomane. Di fatto la narrazione prosegue nel 1964 e poi nel 1974 ed infine nel 1988 evidenziando fatti nuovi e realtà insabbiate. Il ritmo è apprezzabile, salvo qualche lungaggine proprio nella riproposta degli atti processuali. Apprezzabile lo spunto di combinare fatto di cronaca e rivisitazione romanzesca, specie se ci si affida ad autori come De Cataldo (vedremo cosa accadrà con De Giovanni…). Ciò che ho più apprezzato però non è tanto il cold case quanto l’ambientazione in quella Roma così lontana nel tempo e nello spirito. C’è una sorta di nostalgia nel ritrovare l’atmosfera della dolce vita, dei caffè, dei locali, di Via Veneto, della ricerca della popolarità da parte di giovani donne pronte a tutto. Ma soprattutto c’è la vita culturale che rimanda a Fellini, Moravia, Pasolini e poi, più tardi, agli esordi di De Gregori con “Alice”. Marcello (un caso che sia stato scelto il nome evocativo di Mastroianni e del richiamo dalla fontana, o forse il giornalista si chiamava proprio così?) ci riporta in un mondo ed una atmosfera che affascina e che crea perplessità. Contesto fatuo e corrotto. E chi poteva pensare che potesse degenerare ancora di più! Una lettura stimolante.
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