Dopo aver letto il libro di Stoker per la prima volta, ho voluto vedere questa trasposizione cinematografica di Francis Ford Coppola, con un cast stellare, tra cui figura Anthony Hopkins nei panni di un dottor Van Helsing un po’ troppo sopra le righe, e Keanu Reeves come un quasi anonimo Jonathan Harker; Winona Ryder è l’eroina romantica Mina Harker che in questa versione tradisce l’amore per il marito Jonathan innamorandosi del seducente vampiro, Conte Dracula, interpretato da un bravissimo e splendido Gary Oldman. La pellicola, tuttavia, si discosta molto dal libro: il romanzo epistolare di Stoker, scritto in un linguaggio forbito e pacato, con personaggi timorosi affiancati al coraggio degli impavidi, viene completamente stravolto in un film carico invece di passione, permeato da un grande clima di seduzione e lussuria. Il Conte di Stoker viene raccontato nel romanzo con freddezza e sanguinolenta vendetta, una figura di puro terrore per i personaggi e per i lettori. Coppola ci regala invece un Conte pronto alla vendetta solo per amore, portandoci ad empatizzare con la sua figura e la sua storia. Il personaggio di Lucy, da svampita ma virtuosa nobildonna inglese nel libro, si trasforma nel film in una sboccata e volgare ragazza, con un linguaggio scurrile, volontariamente provocatorio, che finisce persino per avere una scena di sesso con il vampiro sottoforma di lupo mannaro! È vero, secondo molti, l’interpretazione del romanzo di Stoker è proprio quello della lotta del Bene (Harker e gli altri), inteso come la bigotta morale borghese inglese, contro il Male (il Conte), che rappresenterebbe invece i vizi e i peccati della stessa società. Ma in questa pellicola, l’elemento sensuale è portato all’eccesso, dando tutt’altra direzione al racconto originale di Stoker.
