"Regista, sceneggiatore e produttore inglese. Dai primi anni '20, comincia a lavorare presso gli studi Gaumont e successivamente alla Victorine, in Francia. Tornato in Gran Bretagna, dopo alcune pellicole andate perdute, dirige nel 1937 The Edge of the World. Negli anni '40, dopo la regia condivisa con T. Whelan e L. Berger per Il ladro di Bagdad (1940), realizza alcuni film di propaganda bellica, tra i quali Gli invasori - 49o parallelo (1941) e Volo senza ritorno (1942), entrambi sceneggiati da E. Pressburger, con il quale aveva già lavorato due anni prima (La spia in nero), segnando l'inizio di uno dei più fecondi sodalizi della settima arte. A partire da Duello a Berlino (1943), i due firmano assieme regia, sceneggiatura e produzione (tramite la società The Archers da loro fondata) di una serie di pellicole capitali sia per la straordinaria invenzione narrativa, che vira verso i territori del fantastico nei film successivi, sia per l'impiego del Technicolor che risulta valorizzato al massimo dal loro lavoro. In rapida successione si susseguono film come Scala al Paradiso (1946), che narra vicende in bilico tra mondo terreno e ultraterreno; Narciso nero (1947), sulle pulsioni e le drammatiche tensioni che si sviluppano tra alcune suore in un convento sperduto sull'Himalaya; Scarpette rosse (1948), capolavoro di ricerca stilistica e formale, su una ballerina divisa tra l'amore per un uomo e quello per la danza, e I racconti di Hoffmann (1951), tratto dall'opera di Offenbach. Dopo un altro film di guerra, La battaglia di Rio della Plata (1956), il solo P. firma nel 1960 la regia di L'occhio che uccide nel quale, raccontando di un giovane maniaco che filma alcune giovani donne mentre le uccide, viene messo in scena il rapporto voyeuristico tra il film e il suo spettatore: un'opera affascinante e seducente, ma al tempo stesso teorica e autoriflessiva. "