Eldest. L'eredità. Vol. 2

In questo c'è una fase di addestramento e si concentra su gli altri personaggi della storia. Anche se in questo capitolo non ci sono particolari colpi di scena è molto bello. Ho letto tutta la serie in due settimane.

Nel corso di questo libro il protagonista Eragon si addestra, e molto, di avvenimenti interessanti ce ne sono gran pochi. Si introducono nuovi punti di vista, come quello del cugino, come possa risultare anche solo minimamente interessante rimane un mistero. Mai come in questo caso ho sentito la necessità di saltare capitoli dedicati a un personaggio per passare al vero protagonista (che rimane noioso, intendiamoci).

Il secondo libro de "Il Ciclo dell'Eredità", "Eldest", è sicuramente inferiore al primo e ai successivi due, ma non per questo deve essere considerato un brutto libro a piè pari. Per la prima volta, il punto di vista della narrazione "si sposta" da Eragon al cugino Roran e altri personaggi, cosa che personalmente ho apprezzato: la terza persona, quando troppo concentrata sul protagonista (Eragon in questo caso), stanca e risulta noiosa. E francamente dopo un libro intero su Eragon e Saphira, una svolta era necessaria. Soprattutto perché "Eldest" è il più pesante, lungo ed arrancante libro della quadrilogia, ma risulta importante per aprire nuove porte che si chiuderanno nei sequel. Mentre lo leggevo pensavo "d'accordo, questo secondo libro è decisamente peggiore del primo", ma devo ammettere che, una volta letti tutti e quattro, un po' ho rivalutato "Eldest", in quanto come già detto lo trovo necessario per intavolare gli intrecci successivi della trama, nonostante lo consideri comunque il più faticoso dei quattro. Posso dire in ogni caso che, se "Eragon" ha stuzzicato la vostra curiosità ma "Eldest" vi ha un po' fatto storcere il naso, fate lo sforzo di finire di leggerlo, perché "Brisingr" e soprattutto "Inheritance" vi ripagheranno.