Sebbene sia ambientato nel XIX secolo, Eppure Osarono non è un romanzo storico, quanto più un “coming of age”. Ci racconta, infatti, l’ingenuità e la dolcezza dell’adolescenza, il fuoco del primo amore e l’inevitabile condanna del diventare adulti (e io ne so qualcosa, sigh). La Valentini ci mostra due ragazze che scelgono di rincorrere i propri sogni, allontanandosi dalle sicurezze del quotidiano per gettarsi nell’incognita del futuro, inventandoselo da zero. Vediamo Lia e Lucietta sbocciare tra l’erba alta come quei “fiori pazzi” che incontrano ogni mattina alla fonte, fiori selvatici e resilienti cresciuti tra le rocce, ma dotati di innata bellezza. Riescono a raccogliere quello che la vita gli semina addosso, anche le cose spiacevoli, e trasformarle nella loro fortuna, creandosi una vita migliore. La scrittura della Valentini è magistrale: suggestiva e poetica – non per altro ho amato la sua raccolta di poesie ! È in grado di descrivere i personaggi con tratto sottile ma profondo, quasi impressionista, tanto da farceli sentire così umani e così vicini al cuore anche in pochissime pagine. Se cercate una lettura diversa dal solito, ve lo consiglio tantissimo. Io non dimenticherò presto questo romanzo, né la mia cara Luciettina.
