In questo libriccino (comodissimo nel formato molto più che tascabile), Fisset non ci racconta grandi storie di viaggi a piedi in terre selvagge, né propone visioni altamente spirituali della ricerca di se attraverso la fatica. Il suo è un semplice proporre spunti, osservazioni, riflessioni legate alle esperienze vissute nella totale assenza di attese che non fossero quelle dell'ipotesi di un punto d'arrivo. Liberarsi delle attese, dell'obbligatorietà della meta, della presenza costante dell'altro per riappropriarsi della propria interiorità, senza per questo divenire necessariamente degli asceti. La sua è una proposta di mobilità lenta, languida e aperta al destino.
L'ebrezza del camminare. Piccolo manifesto in favore del viaggio a piedi
Nell'epoca in cui vanno di moda le forme di viaggio rapide e facili, perché l'andare a piedi resta un modo privilegiato di relazionarsi con il mondo? Perché permette una più intensa sottigliezza dello sguardo sulla natura e una più grande disponibilità verso gli altri? Quali sono i luoghi del pensiero ai quali accede il camminatore di lungo corso? Grazie alla diversità dei terreni e del clima che egli affronta, al rapporto specifico che intesse con i luoghi che attraversa, il viaggiatore a piedi prova scoperte e sensazioni particolari, intimamente legate all'ascesi e alla semplicità della propria vita nomade: l'incontro umano, che il cammino rende più sincero, il confronto con la fauna selvaggia, che l'andare a piedi consente di avvicinare meglio, un ritorno meditativo su di sé infine, sono le ricompense per chi fa lo sforzo di camminare liberamente e di prendere il suo tempo.
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Anno edizione:2012
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ELIDE MOLINAI 16 maggio 2018
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Libro "facile" che non riesce, a mio parere, a raggiungere quella profondità di linguaggio e contenuti che l'autore, invece, pare voglia perseguire. Penso ad un "camminare" molto più alla portata di tutti (per itinerari, tempi e modalità)...campi, boschi, borghi solitari, marine, battigie...una condizione mentale, di solitudine ricercata e serena, per riavvicinarsi al proprio pensiero-corpo, alla natura, allo spazio che è intorno a noi...e alla relazione che con questo spazio-tempo-mondo riusciamo ad avere. Quando cammino rifletto sui piiccoli problemi della vita quotidiana e mi sembra siano più affrontabili e risolvibili rispetto a quando li valuto da dietro una scrivania. Comunque si fa leggere
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