Di solito per poter apprezzare una poesia, un'espressione del cuore adagiata su carta, bisogna leggerla più volte per carpirne l'essenza, per specchiarcisi dentro, per apprezzarne anche la musicalità. Per quanto, invece, riguarda la poesia di Paolo Bruno non c'è tutta questa necessità di leggerla più e più volte per entrarne a farne parte; basta soltanto prestare attenzione affinché, anche nel primo affaccio, essa ti dia ciò che in sé racchiude: la bellezza di un pensiero, la magnificenza delle parole che magicamente si abbracciano tra loro, per sentire quel tocco di piacevole lettura, e ciò perché Paolo Bruno non è solo un valido poeta ma anche un maestro che, con la sua musica, accompagna i suoi scritti. Ecco così che il poeta e il maestro s'incontrano per continuare un viaggio già da tempo iniziato.
L'eco del sol
«"A volte la felicità / è come il vento / ti coglie all’improvviso / inaspettata / rendendo eterno / l’attimo in cui si rivela."... Parole e musica... Una sorta di lieve sottofondo musicale senza note ci accompagna, specialmente se si è disponibili a incrociare lo sguardo del Poeta, uno sguardo lasciato libero, non condizionato da nessuna diretta intenzionalità: né analiticamente descrittivo, né tantomeno prigioniero di una visione pre-confezionata. È uno sguardo che ha le sue radici fortemente ancorate per terra e al tempo stesso libero di vagare nel cielo in un quotidiano sostare ed agire, per abbandonarsi allo stupore sempre nuovo, alle domande che si affacciano insistenti più o meno inedite, uno sguardo che non vuol “dimostrare” niente, ma “mostrare”, “suggerire”.» (dalla postfazione di Giuseppe Tartaro)
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giovanni Giuseppe Iannello 28 novembre 2025Tra le note
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Gregorio Martino 20 ottobre 2025La poesia del sottrarre.
La poesia di Paolo Bruno si distingue per la sua limpidezza e per la capacità di dire molto con pochissime parole. È una voce essenziale, quasi pudica, che nasce dal silenzio e restituisce al lettore un senso di intimità e di verità. L’autore rifugge ogni enfasi per cercare la misura, spogliando il verso di ogni superfluo, in una tensione verso la purezza che richiama la lezione montaliana della “poesia del sottrarre”. In componimenti come Prigionieri di questo tempo, Paolo coglie con pochi, incisivi tratti la condizione umana contemporanea: l’incertezza, la fragilità, la fatica del vivere e, insieme, la forza del desiderio che resiste. Gli enjambement rendono visibile la difficoltà del cammino, le anafore scandiscono il ritmo della riflessione, le antitesi mostrano la complessità del reale. Ne scaturisce una poesia di resistenza dolce, che invita all’ascolto, alla lentezza, al riconoscimento della bellezza silenziosa che ancora abita le nostre vite. Una voce autentica e necessaria, capace di consolare e di far pensare, di restituirci – anche solo per un istante – il respiro fragile della libertà.
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Elvira Calluso 12 ottobre 2025Angoli di Vita
L'eco del Sol è intenso, scava a fondo nell'umanità in tutte le sue sfaccettature con lima poetica, i sentimenti, gli odori e i colori del vissuto che può appartenere a tutti noi. Super consigliato L'eco del Sol del poeta e pianista Paolo Bruno
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