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La silloge può essere interpretata come una fenomenologia del dolore e della perdita. A costituirla sono tre momenti – L’onda, Acqua di foce e I guadi –, nei quali risalta la metafora dell’acqua, divisa per intensità di flusso, e ribaltata nel suo tradizionale tragitto, non più verso l’esterno marino, bensì verso l’interno fluviale, così come il dolore dell’io poetico affronta le sue fasi burrascose e, poco alla volta, meno laceranti, in un graduale tentativo di ricostruirsi dopo lo sgretolamento delle antiche certezze.
In Dialogo con Gian Marco Ferone, Achille Pignatelli
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