Ironia travolgente per la storia di quest'uomo che ha ottantuno primavere ma ne dimostra una ventina, almeno nello spirito. Libro divertente e allegro che consiglierei sicuramente. Tra acciacchi e sarcastiche allusioni alla vecchiaia come periodo non esaltante della vita, almeno dal punto di vista della salute, ma come momento sempre valido per ricominciare qualcosa, un amore, un amicizia...inno alla vita, con leggerezza.
La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte
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Frank, neo-ottantunenne, abita con il gatto Bibì in una tipica cittadina inglese; colleziona dvd, sperpera i suoi pochi denari alle fiere parrocchiali e tenta disperatamente di evitare gli scocciatori che bussano alla sua porta. Prima era abbastanza in gamba per riempire decorosamente le sue giornate, ma ora con un braccio e un piede fratturati, la vita gli appare decisamente grigia. Fino a quando non fa irruzione nel suo tran-tran Kelly Natale, professione assistente a domicilio. Con la sua utilitaria azzurra, un parcheggio da far rizzare i capelli in testa, una serena tenacia e la risata pronta, Kelly trasforma la vita di Frank. E gli ricorda che fuori dei muri di casa c'è un mondo avventuroso per chiunque, anche per chi ha ottantun anni.
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Autore:
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Edizione:3
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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La fantastica storia dell'ottantunenne ... non ha niente di fantastico. Il titolo e l'incipit sono ben lontani dall'essenza del libro stesso. Noioso, senza senso. Banale. Ecco, più che fantastica la storia è banale, così come la vita del protagonista. Forse in un certo senso rispecchia la solitudine della società. Magari l'autore vuole portarci a riflettere su questo. O, semplicemente, non aveva fantasia.
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Sinceramente, durante tutta la lettura, non ho capito se Frank fosse infatuato della giovane infermiere o se, più semplicemente, vedesse in lei un'allegra alternativa alla sua triste solitudine quotidiana. Di sicuro, mi ha urtato parecchio la scena in cui, senza tante remore, porta il suo gatto in un rifugio per animali abbandonati; così come non ho trovato per nulla divertente vederlo vendere tutti i suoi oggetti per racimolare degli spiccioli. Anche il finale è alquanto insulso e abbastanza surreale. Non una bocciatura completa, perché lo stile è piacevole e, a tratti, scappa anche qualche risata. Ma di sicuro, non è uno di quei libri che regalerei ad un amico!
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