Ancora un libro sulla nostra passata quarantena, la prima, quella vera, il lockdown ma questo è scritto da un filosofo e la lettura è affascinante, illuminante a tratti esplosiva. Abbiamo passato quel tempo di immobilità leggendo e dicendo, dopo cambierà tutto, questo lungo stop ci cambierà, il mondo di prima è finito. Poi lo sappiamo che nessuna bacchetta magica è apparsa e niente è cambiato da solo, perché sta a noi, singoli individui capire e attuare quello che supponevamo dovesse cambiare. "Se sapremo creare le condizioni della solidarietà sociale, se sapremo dotarci di strumenti adeguati per la difesa e per l'attacco, se sapremo elaborare un modello adeguato di piena applicazione delle tecnologie produttive, allora sarà la fine della proprietà privata, dell'astratto dominio del capitale, dello sfruttamento e della miseria. Se non sapremo creare queste condizioni, allora la fine di cui dovremo parlare è proprio la fine dell'umanità. Dell'umanità come valore condiviso, come sensibilità, intelligenza e comprensione, ma anche come specie: la fine dell'animale umano sulla terra.". Questo a pagina 2, tanto per cominciare.
Fenomenologia della fine
Franco Bifo Berardi torna, e col libro che, a suo stesso dire, è il più importante che abbia mai scritto.
Partendo dall’analisi dei cambiamenti occorsi alle nostre sensibilità estetiche ed emozionali, Bifo racconta di come il semio-capitalismo abbia catturato le risorse più intime del processo soggettivo: la nostra percezione del tempo, la nostra sensibilità, il modo in cui ci relazioniamo l’un l’altro, la nostra capacità di immaginare un futuro. La precarizzazione e la frattalizzazione del lavoro hanno provocato una mutazione profonda nella psicosfera che ha comportato la sempre maggiore incidenza di psicopatologie come il disturbo da stress post-traumatico, l’autismo, il panico, il deficit dell’attenzione. Tratteggiando una genealogia della globalizzazione capitalista, Bifo ci mostra come il flusso semiotico del capitale abbia ormai raggiunto una complessità tale da renderci impossibile processare la mole di informazioni che esso stesso produce, attraverso noi. È così che abbiamo finito per rispondere a una logica da sciame: è impossibile dire «no». Le relazioni sociali sono intrappolate in un pattern di interazioni codificate da macchine tecno-linguistiche, smartphone, schermi di ogni dimensione, e ognuno di questi device sensoriali ed emozionali sta distruggendo la sensibilità stessa del nostro organismo, sottoponendola allo stress della competizione e dell’accelerazione.-
Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2020
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orabarbara 17 agosto 2025Ottimo
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