igli di B, dunque, è un libro-mondo, un libro collezione, fatto di accostamenti azzardati di lingue e stili, di poetiche e di visioni. Si parte con la prosa poetica di Roberto Latini, drammaturgo attore e regista esploso sul finire degli anni Novanta, che porta in dote anche il magistero di Perla Peragallo (quasi riunendo in sé, dunque, le anime della storica ricerca di Leo de Berardinis, di cui la Peragallo fu compagna e sodale, e quella di CB). Latini presenta pagine da Buio Re, un “teatrino delle ombre” che è radiovisione di Edipo; e da Noosfera Lucignolo, spigolosa riscrittura politica del Pinocchio. Poi è la volta di Mariano Dammacco, autore appartato e raffinato, pugliese d’origine, di cui il libro propone pagine tratte dal testo Desa, L’asino che vola, sulla vita di Giuseppe Desa, ovvero San Giuseppe da Copertino, che prende spunto proprio dal lavoro beniano. Poi è la volta di Vincenza Di Vita, giovane studiosa e critica di teatro messinese, che con gusto decadente e ironico, presenta Venerabile Invenerabilità Pornografia in Aborto, pastiche su poesia orale da CB: penna guizzante che attinge in Mal de’ Fiori come inchiostro per riscritture ad alto tasso lirico-onirico-erotico. A chiudere la “sezione teatro” è Carlotta Vitale, della compagnia Gommalacca di Potenza, anche lei alle prese con i beniani Nostra signora dei Turchi e A boccaperta. È un guizzo la “sezione musica”, affidata a uno spartito di Giuseppe De Trizio, del 2011, composto per il gruppo I Radicanto. Per il cinema, Figli di B propone una storia scritta da Pierluigi Ferrandini, Oroverde, ambientata nel 1935, durante la cosiddetta Rivolta di Tricase, quando le tabacchine del paese si opposero duramente alla chiusura del consorzio agrario locale. infine, a completare il volume, Carlo Coppola introduce una sua sceneggiatura dedicata a CB: Una passeggiata, che ha come protagonista la città di Bari, il suo lungomare, e un salentino, tra i più noti del secolo scorso: Aldo Moro. La vita del politico si intrecciò, infatti, con quella di CB, «il quale ricordava – scrive Coppola – come sua madre e sua zia, Amelia e Raffaella Secolo, fossero di Maglie come il presidente Moro, e nella loro prima infanzia ne fossero state compagne di scuola». A chiudere il libro, la vivace appendice curata da Antonella Gaeta, sulle “interviste impossibili” al Maestro, a partire dalle storiche trasmissioni radiofoniche andate in onda dal 73 al 75.
Figli di B. ad una voce per il teatro
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Anno edizione:2013
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CARLO COPPOLA 28 settembre 2014
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