noioso, ripetitivo, senza dialoghi
La fine del mondo storto
Premio Bancarella 2011. Un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l'energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l'un l'altro. E ora come faranno? La stagione gelida avanza e non ci sono termosifoni a scaldare, il cibo scarseggia, non c'è nemmeno più luce a illuminare le notti. Le città sono diventate un deserto silenzioso, senza traffico e senza gli schiamazzi e la musica dei locali. Rapidamente gli uomini capiscono che se vogliono arrivare alla fine di quell'inverno di fame e paura, devono guardare indietro, tornare alla sapienza dei nonni che ancora erano in grado di fare le cose con le mani e ascoltavano la natura per cogliere i suoi insegnamenti. Così, mentre un tempo duro e infame si abbatte sul mondo intero e i più deboli iniziano a cadere, quelli che resistono imparano ad accendere fuochi, cacciare gli animali, riconoscere le erbe che nutrono e quelle che guariscono. Resi uguali dalla difficoltà estrema, gli uomini si incammineranno verso la possibilità di un futuro più giusto e pacifico, che arriverà insieme alla tanto attesa primavera. Ma il destino del mondo è incerto, consegnato nelle mani incaute dell'uomo... Mauro Corona ancora una volta stupisce costruendo un romanzo imprevedibile. Un racconto che spaventa, insegna ed emoziona, ma soprattutto lascia senza fiato per la sua implacabile e accorata denuncia di un futuro che ci aspetta.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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angolino_magico 31 luglio 2023
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Enrico Caramuscio 10 maggio 2012
Come reagirebbe l' umanità se un giorno si ritrovasse improvvisamente priva delle più comuni e usate fonti di energia, cioè i carburanti fossili? Come farebbe a funzionare una società ormai totalmente dipendente da macchine e tecnologia senza combustibili e corrente elettrica? Corona prova ad immaginare lo scenario che si verrebbe a creare, quale sarebbe la prima reazione degli uomini, in quale modo la società si potrebbe organizzare per far fronte al problema. Ma soprattutto l' autore sembra chiedersi: gli uomini impareranno finalmente la lezione e capiranno che il pianeta va rispettato, che la semplicità e l' essenzialità sono le chiavi per un mondo migliore, che la ricerca sfrenata dei soldi e del potere portano inevitabilmente alla rovina? Corona parte da un’ idea molto interessante ma non riesce a svilupparla adeguatamente, restando troppo sul vago e non riuscendo ad argomentare per bene le sue pur interessanti idee, facendosi trascinare troppo da un fondamentalismo ecologico che finisce per vanificarne i buoni propositi. L’ idea di fondo infatti è tutto sommato giusta, in quanto l’ autore vuole mettere in guardia l' uomo dai possibili risvolti a cui può portare lo stile di vita che la società attuale conduce, ma lo scenario che crea appare eccessivamente apocalittico e in più infarcisce il libro di retorica e luoghi comuni, spara a zero contro tutto e tutti auspicando un ritorno ad uno stile di vita da età della pietra e torna continuamente sugli stessi concetti rendendo il libro ripetitivo e privo di sostanza. Insomma, un libro ambientalista ma che appare troppo poco scientifico per essere un saggio e lontano dal poter essere definito romanzo per la totale mancanza di personaggi e fatti particolari e troppo pieno di fanatismo ideologico. Sconsigliato, ma se proprio volete leggerlo prendetelo con le pinze, come se si trattasse di una pura e semplice provocazione.
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FRANCESCA DICUONZO 14 marzo 2011
L'uomo non ha speranza, sono d'accordo con Corona. E' autodistruttivo per sua stessa natura. L'argomento trattato è interessante e fortemente attuale ma avrei preferito un protagonista, personaggi e luoghi invece di un monologo decisamente ripetitivo.
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