Fiore di tuono
Hélène Jégado è una ragazza adorabile. Ha occhi cerulei e curiosi che si perdono tra le onde dell’Atlantico e lunghi capelli biondi nascosti sotto un tradizionale copricapo bretone. Inoltre è intelligente, servizievole e bella come i «fiori di tuono» che raccoglie nei campi di fronte a casa. Com’è possibile allora che, solo pochi anni dopo, nel 1851, la polizia la bracchi ritenendola la serial killer più spietata che la Francia abbia mai conosciuto? La spiegazione risiede in un’antica e macabra leggenda celtica che un giorno la madre di Hélène racconta alla figlia: secondo la credenza, la Morte era solita servirsi di «un operaio» di nome Ankou, uno spirito maligno che si incarnava nelle persone e le costringeva a mietere più vittime possibile. Al pari di tutti gli abitanti della Bretagna del Sud, anche Hélène crede ciecamente a quella leggenda. Lo fa perché non ha cultura, certo, ma anche perché quello è l’unico modo che conosce per esorcizzare la paura e giustificare la profonda miseria in cui è costretta a vivere. Così, quando sull’altare di una chiesa in rovina scopre una piccola statua di Ankou e un’incisione – «Non risparmierò nessuno. Né papi né cardinali. Né re né regine» – si sente possedere da una forza nuova, incontenibile, e non ha più dubbi: il Dio del massacro è entrato in lei. Appresi dalla madre tutti i trucchi del mestiere di cuoca, Hélène inizia a girare la Francia. Il piano è sempre lo stesso: si presenta come domestica, si guadagna la fiducia dei padroni di casa lavorando con efficienza e serietà, e poi scioglie indisturbata piccole quantità di arsenico nelle zuppe alle erbe, nei pasticcini alle mandorle e nelle tisane della sera. Così, quando le vittime accusano i sintomi di una malattia improvvisa che i medici non riescono a identificare, la ragazza può accudirli fino al momento della loro morte, come il più terribile degli angeli consolatori. Contadini, massaie, parroci, bambini e persino sua madre Anne… la follia omicida di Hélène sembra inarrestabile. Fino a quando, dopo trentasette omicidi, un vecchio giudice intuisce il segreto che si cela dietro alla domestica e studia un piano per coglierla in fragrante. Ambientato in una Bretagna ancestrale e violenta, Fiore di tuono mette in scena la vera storia di uno dei personaggi più incredibili e sconosciuti della Francia dell’Ottocento e, parlando di morte, follia, amore e sesso, ci regala «una ballata funebre piena di poesia e di umorismo, che ricorda il suono di una cornamusa» (Le Figarò). Un romanzo adrenalinico, spaventoso e scritto magistralmente che mescola cronaca giornalistica, echi letterari e antiche leggende, e mostra come la povertà e l’ignoranza possano dar vita alla più terrificante delle follie.
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