Libro di qualche anno fa. Ilaria Santacroce è un scrittrice consapevole. Sembra fare il verso a “Rimini Rimini” di Pier Vittorio Tondelli. Ventitre anni dopo e da un altro punto di vista resta però solo un linguaggio e un immaginario improbabile per quanto eccessivo. Dà l’impressione che non fosse sicura della riuscita e sia finita con lo strafare. Per questo motivo resta solo schifo e disagio e viene persa invece la qualità che ci sta sotto.
La protagonista di queste storie riccionesi racconta in prima persona di una sua estate trascorsa in un appartamento condiviso con amici e amiche e in giro per luoghi abitati da un mondo parallelo che rifugge la "normalità" degli adulti. Il libro, nel suo stile immaginifico, narra storie di vita di giovani degli anni novanta, che vivono una loro esistenza accellerata, dissipatoria, talora irresponsabile, e sono insieme trasgressivi e sognatori, iper-consumisti e super-oministi.
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Tagli bruniti dal tempo. 116 9788807815454 Buono (Good).
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Edizione:3
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Anno edizione:2008
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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moreno 31 dicembre 2024Puah!
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Jo_arcadialoscaffalesullalaguna 18 gennaio 2022Personalmente il libro non mi è piaciuto
Mi sono avvicinata alla Santacroce un po' per curiosità e un po' perché caldamente raccomandatami da alcuni amici. Devo ammettere che ho divorato il libro in questione, ma che altrettanto rapidamente l'ho "rigurgitato". Lo stile della Santacroce è particolare, forse fin troppo, caratterizzato da un periodare spezzato a cavallo tra lo stream of consciousness ed una prosa sperimentale. Le tonalità della scrittura vanno da quelle fluo a quelle nere, le frasi sono brevi e molte volte vi trovano spazio parole straniere che hanno un gusto radical chic.
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Teresa Clemente 28 novembre 2016
Beh, devo dire che di tutti i libri scritti dalla Santacroce, questo è quello che mi è piaciuto di meno. Non so, ci sono certamente delle pagine in cui le sue metafore, le sue "visioni" mi mettono brividi, eppure i protagonisti di queste giornate estive non appaiono né simpatici né interessanti. La protagonista sembra non avere nessun valido motivo per respingere una madre che ha paura di invecchiare, etc etc... Almeno in Luminal c'era un disinteresse, che qui è sostituito da una "presenza" genitoriale del tutto superficiale e, quindi, più sprezzante e incostante.
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