Un romanzo che ti rapisce, ti ipnotizza e quasi ti costringe a finirlo. In assoluto uno dei libri più belli che io abbia mai letto. Ne consiglio la lettura a chiunque.
Il giorno prima della felicità
Don Gaetano è uomo tuttofare in un grande caseggiato della Napoli popolosa e selvaggia degli anni cinquanta: elettricista, muratore, portiere dei quotidiani inferni del vivere. Da lui impara il giovane chiamato "Smilzo", un orfano formicolante di passioni silenziose. Don Gaetano sa leggere nel pensiero della gente e lo Smilzo lo sa, sa che nel buio o nel fuoco dei suoi sentimenti ci sono idee ed emozioni che arrivano nette alla mente del suo maestro e compagno. Scimmia dalle zampe magre, ha imparato a sfidare i compagni, le altezze dei muri, le grondaie, le finestre - a una finestra in particolare ha continuato a guardare, quella in cui, donna-bambina, è apparso un giorno il fantasma femminile. Un fantasma che torna più tardi a sfidare la memoria dei sensi, a postulare un amore impossibile. Lo Smilzo cresce attraverso i racconti di don Gaetano, cresce nella memoria di una Napoli (offesa dalla guerra e dall'occupazione) che si ribella - con una straordinaria capacità di riscatto - alla sua stessa indolenza morale. Lo Smilzo impara che l'esistenza è rito, carne, sfida, sangue. È così che l'uomo maturo e l'uomo giovane si dividono in silenzio il desiderio sessuale di una vedova, è così che l'uomo passa al giovane la lama che lo dovrà difendere un giorno dall'onore offeso, è così che la prova del sangue apre la strada a una nuova migranza che durerà il tempo necessario a essere uomo.
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Autore:
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marco 02 luglio 2025Travolgente
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Bianca 20 giugno 2025Dolce e Amaro
Libro scorrevole, dal tema forte ma a anche dolce a modo suo, la storia di un legame profondo tra un giovane orfano e il portiere del suo palazzo, raccontato attraverso la Napoli del dopoguerra. Molto intriganti le prime pagine, poi a mio giudizio diventa un po' monotono ma comunque interessante.
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@divagazioniculturali 12 gennaio 2025Una storia agrodolce
Don Gaetano è il portiere di un grande caseggiato nella Napoli degli anni '50. Uomo carismatico, paziente ed empatico, insegnerà al giovane orfano “Smilzo” ciò che serve per diventare uomo: la memoria degli eventi storici (attraverso i racconti), il pensiero strategico (attraverso il gioco a carte), le passioni che nutrono la mente (come la lettura), quelle che nutrono il corpo e il cuore (come il buon cibo e le donne). Un giorno torna Anna, coetanea di Smilzo, che abitava in quel caseggiato quando erano bambini, e che desidera risvegliarsi dal torpore emotivo che la imprigiona. È così che Smilzo si troverà coinvolto in “questioni di onore e di guapperia” e farà i conti con il fulmineo sopraggiungere dell'età adulta che costringe a scelte difficili e definitive, andando in cerca della felicità. A far da sfondo una città stanca della guerra che insorge contro il nemico e lo sconfigge con strategie fantasiose, infine rinasce, esattamente come il protagonista. La brevità, lo stile essenziale e la suddivisione in piccoli paragrafi rendono veloce la lettura, ma l'improbabile passione tra due giovani che non si sono mai dimenticati (nonostante non si siano più incontrati dall'infanzia) mi ha convinto poco. Tuttavia titolo e trama spingono a riflettere sul concetto di felicità: il giorno più felice è quello che anticipa l'evento sperato o quello in cui esso si consuma? È il giorno che precede la fine di una guerra o quello in cui la guerra è finita? È quando immaginiamo l'amore o quando lo stiamo vivendo? E ancora, sappiamo lottare per la nostra felicità? Sappiamo riconoscere i giorni felici mentre li viviamo o possiamo solo immaginarli o ricordarli? Consigliato a chi ama la scrittura scarna e storie di personaggi che evolvono.
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