Il grande gioco. I servizi segreti in Asia centrale

Scritto veramente bene, l'autore riesce a catturare il lettore e a trascinarlo nella storia del Grande Gioco agevolato anche dal fascino e l'esotismo che queste storie e questi luoghi suscitano. La lettura scorre fluida e veloce e le circa 600 pagine alla fine sembrano molte meno

Scorrevole, per quanto l'argomento sia molto da addetti ai lavori risulta una lettura dal valore inestimabile. Preziosi gli aneddoti ma anche una serie di spunti e riflessioni sull'area, che permangono tutt'ora.

Saggio di divulgazione storica, il libro è il resoconto dettagliato del confronto anglo-russo per il controllo politico ed economico dell’Asia Centrale nel diciannovesimo secolo, il “Grande Gioco” per l’appunto. Il tema è affrontato principalmente dal punto di vista britannico, avendo l’autore (egli stesso inglese) attinto a fonti per lo più britanniche ed essendo il libro apparso nel 1990 (pertanto in un periodo in cui l’accesso a fonti d'archivio russe risultava tutt’altro che semplice). Il valore di ricostruzione storica rimane comunque indubbio, e inevitabile è la riflessione indotta dalla vicenda su certi parallelismi con eventi sia del Novecento che attuali. La scrittura è semplice e lo stile narrativo avvincente. Unica vera pecca è che l’autore tende a tratti a cadere nella trappola dell’esaltazione dell’eroe romantico ottocentesco, inevitabilmente incarnato dal “giocatore” britannico a scapito di quello russo e dei popoli oggetto della contesa, e in generale dell’esaltazione delle “mosse” britanniche, facendo di tanto in tanto perdere di imparzialità ed equilibrio alla trattazione.