La Grande guerra degli ultimi. «Di qua e al di là del Piave»
Una “grandezza” della guerra dal basso: non dal punto di vista ufficiale delle imprese, ma da quello sociale degli ultimi, di coloro che tra capo e collo, nelle terre anfibie del Basso Piave, si trovarono a vivere quell’esperienza, scorticati di ogni certezza, forma e sostanza come moderno, inatteso e terribile supplizio di Marsia. Il corso d’acqua, prima sacro per la vita, lo divenne poi per la morte agli occhi dell’Italia intera, caratterizzandosi come nuovo asse che spartì innanzitutto un perimetro emotivo. Ultimi furono coloro che restarono “di qua del Piave”, in terra occupata; furono i profughi “di là del Piave”, ultimi arrivati in altre città italiane; furono gli indifesi di fronte alla violenza, alla fame, agli stenti: bambini e anziani. Ultime e prime furono le donne, con la loro fragilità e al tempo stesso sorprendente forza e coraggio. Ultimi accanto alla popolazione in zona occupata furono i religiosi, spesso unico punto di riferimento per la comunità, straniera nella sua stessa terra. Ultimi a restare nei luoghi del conflitto, ultimi a partire per un ritorno a casa in Italia, in Europa o verso solenni sacrari furono i soldati che riposavano nei piccoli e silenziosi cimiteri militari dei luoghi del conflitto. Ultime furono molte opere d’arte, rimaste come segno di ciò che era la bellezza di luoghi ed edifici prima della guerra: ultime ad essere imballate verso località protette per salvarle dalla distruzione, ultime risparmiate per devozione o per pietà. Ultimo fu anche il paesaggio, dissacrato o consacrato, comunque per sempre trasformato dalla Grande Guerra. Ultimi eroi furono coloro che dalla drammatica esperienza della Grande Guerra maturarono un senso di impegno civico contro ogni sopruso alla libertà e dignità umana, animati da una profonda solidarietà verso altri ultimi: divennero spesso questi, attraverso la Resistenza, i nuovi protagonisti dell’altra tragica e dolorosa pagina del Novecento: la seconda guerra mondiale. Chiara Polita nasce a San Donà di Piave (VE), dove vive e lavora. Laureata in Conservazione dei Beni Culturali, in ambito saggistico ha realizzato numerose pubblicazioni ed articoli relativi a storia ed arte del territorio, svolgendo a riguardo conferenze e docenze tematiche, curando eventi e mostre.
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