In punta di penna. Matteotti secondo Scalarini
Su Matteotti sono usciti molti studi, perché la sua è una storia che ha lasciato il segno. Questo libro lo vede raccontato dalle vignette di Giuseppe Scalarini (1873-1948) che non vogliono far ridere, ma riflettere. Egli scrive: «C’erano degli imbecilli che mi dicevano: “Ah, le sue vignette come mi facevano ridere!”. Ridere? Ma se non c’era miglior elogio per me di questo: “Scalarini, la tua vignetta d’oggi mi ha commosso!”». Se da sempre la sua penna denuncia le ingiustizie mentre onora gli onesti, è all’Avanti! (1911-1926) che matura il segno e potenzia l’allegria tragica della satira politica, ed è con il delitto Matteotti che il vignettista trova la figura ideale capace di trascinare i lavoratori contro gli sfruttatori che si impinguano con il lavoro degli altri. Ed è così che Scalarini ‒ per dire che l’uomo non è morto invano, ma era e rimane la bussola per ogni futura azione progressista ‒ mette il suo nome su croci, lapidi e carte processuali, disegna l’inquietante ombra bianca di Matteotti. Uno spettro cieco, muto, esangue, eppure vivo quanto mai.
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Anno edizione:2024
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